A Venezia una falegnameria trasformata in un centro di produzione culturale
L’idea di un gruppo di giovani imprenditori è diventata realtà . "Si può vivere anche senza turismo"

VENEZIA. A Venezia è nata una Corte Supernova.
Una volta era una falegnameria, adesso è un centro di produzione culturale e post produzione, nato dall’impegno di giovani imprenditori, uniti dalla musica e da una passione per Venezia. I sei che hanno deciso di sfidare una città che per adesso si nutre di turismo sono Victor Nebbiolo di Castri e Valeria Zane dell’agenzia di produzione Pase, il sound designer Michele Braga, lo scenografo Alberto Favretto, Costanza Madricardo e Marian Mentrup di Maco Film.
Robert Henke : Venice Dust from macofilm on Vimeo.
Qui ci si occupa di produrre musica per film, fare video propri e montaggi, organizzare eventi musicali e promuovere una nuova economia: «Vogliamo dimostrare come possa essere positivo dare anche ad altre realtà la possibilità di svilupparsi», spiegano. «Sembra che il turismo sia l’unica possibilità, ma di fatto noi mettiamo in moto un’economia più solida che giorno dopo giorno mette radici in città e porta persone diverse» .
Per incontrarli si va in Punta della Misericordia e si suona al civico 3561, a fianco della Fondazione Willmotte. Fino a pochi mesi fa qui era pieno di rifiuti che con pazienza i sei hanno sgomberato. Pochi giorni fa c’è stato il battesimo ufficiale con l’incontro aperto al pubblico con il musicista Robert Henke, ospite di Punta della Dogana con cui Maco Film collabora. In occasione dell’incontro di Henke, la società di sistemi di amplificazione D&B Audiotechnik ha prestato a Pase degli strumenti all’avanguardia, come un soundscape. Un loro strumento di simile potenza darà utilizzato in Pescheria al
Fresch.in Festival, durante il Carnevale.
Ascoltando come si sono intrecciate le loro storie spicca la
voglia di rimanere in una città,
con tutte le difficoltà che comporta. Le coincidenze hanno comunque avuto un ruolo importante. Braga e Maco Film decidono di rientrare da Londra lo stesso giorno, il 3 aprile 2016, senza essersi mai conosciuti. Braga cerca casa e un amico lo mette in contatto con un altro sound designer, Mentrup. «In realtà cercavo casa disperatamente» racconta Braga «Alla fine un mio amico mi ha mostrato questo posto e poi le nostre vite si sono intrecciate e adesso lavoriamo insieme anche se ognuno ha la propria attività».
Condividere uno spazio è stata la prova decisiva, soprattutto perché hanno fatto tutto da soli. «Le nostre competenze e il nostro impegno ci hanno portati a realizzare la Corte Supernova», spiegano. «Non è stato facile perché non abbiamo avuto aiuti, ma alla fine abbiamo puntato sulla qualità e ci abbiamo creduto, anche se era un rischio».
Gli interni, realizzati dal designer israeliano Omri Revesz che vive a Venezia, sono ancora in costruzione, ma si vede già gusto e stile: travi a vista, muri con mattoni e un grande cerchio che collega gli spazi. «La sfida è portare lavoro qui che non sia solo turismo» proseguono «Lo si dice spesso, ma solo a parole. In realtà il turismo può convivere con altre attività come la nostra. I nostri clienti si fermano a Venezia, tornano e sono un arricchimento costante per la città». Le iniziative sono raccontate nel sito www.cortesupernova.com.
Il
problema è stato all’inizio: «
A Londra per aprire la società ci ho impiegato 35 sterline e un’ora da un commercialista», spiega Mentrup. «Qui 1500 euro da un notaio, l’apertura di un conto bancario che ci è costata tre mesi di tempo e tanti altri soldi di tasse. Questo non facilità chi vuole aprire una società». Una volta partiti però il lavoro è andato a gonfie vele: «Vogliamo stare a Venezia», concludono. «Ci piace lo stile di vita qui e il fatto che sia internazionale».
Così, togliendo i rifiuti a uno a uno con le proprie mani, i sei imprenditori sono riusciti a piantare i loro semi e a trasformare la Corte Nova in una Corte Supernova. —
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