A scuola dal portiere Benussi «Vi racconto il mio derby... »

MESTRE
Sarà uno strano derby e non solo per Paolo Zanetti, l’allenatore del Venezia cresciuto nel Vicenza. Qualche anno e metro di campo più in là, c’è chi ha fatto il percorso inverso. Francesco Benussi oggi ne ha quasi 39, gestisce una scuola portieri a Mestre e studia da allenatore. Ma basta leggere il calendario: Venezia-Vicenza, prima giornata di Serie B e fioccano subito i ricordi: «L’inizio e la fine della mia carriera. Al Penzo andavo in curva da bambino, poi mi sono ritrovato in campo dai pulcini alla prima squadra: sarò sempre il primo tifoso. Vicenza invece è stato il mio ultimo biennio da portiere, nel 2016/17. Intenso, da capitano: ero arrivato in un momento duro e centrammo una brillante salvezza in B. Poi dissi basta per un infortunio».
Cosa si aspetta dalla partita di sabato?
«Sarà particolare. Il Venezia è cambiato, ha un allenatore all’avanguardia: la squadra è tutta da scoprire anche se la base è quella che ha chiuso bene l’anno scorso. Il Lane ha iniziato prima la preparazione atletica e porta l’entusiasmo della promozione. Può succedere di tutto. Peccato solo l’assenza di pubblico: il derby così è surreale».
L’ultima volta al Penzo fu nel 2005, 2-0 per il Venezia. Lei c’era.
«“Anche se squalificato. Ricordo un Vicenza più competitivo, noi invece eravamo nell’era post Zamparini, con Dal Cin e mille difficoltà. Così fu una vittoria ancora più importante per il morale. Poi purtroppo arrivò il fallimento».
La prima cosa che le viene in mente pensando al Venezia?
«“Il mio debutto a Piacenza, Serie A 1999/00. Presi gol dopo 30 secondi da un giovane Gilardino, uno shock ma poi reagimmo portando a casa un pareggio. Il portiere dev’essere bravo in questo: forse il carattere è stato tra i punti di forza della mia carriera».
Rimpianti?
«No. Sono stato fortunato a vincere dei campionati di B, a giocare in piazze caldissime in Serie A: Lecce, Palermo, Verona. E assieme a tanti campioni, da Toni a Miccoli. Ogni allenamento per me era formativo come una partita. Ed era difficile trovare spazio tra portieri del calibro di Sirigu e Sorrentino. Eppure qualche buona gara l’ho fatta, Europa League compresa. Magari mi sarebbe piaciuto chiudere la carriera al Venezia. Ma da capitano del Vicenza, non era il caso di forzare certe situazioni».
Hai vissuto un grande calcio. La partita più incredibile?
«Al Palermo, primavera 2011. Il Lecce lottava per la salvezza e Miccoli, da salentino doc, voleva fare un regalo a distanza: noi giocavamo contro la Samp, loro diretta avversaria. Il turnover era inevitabile perché poi ci aspettava la finale di Coppa Italia. Ma vincendo a Marassi, Fabrizio avrebbe offerto la cena a tutti. Arrivati lì, il magazziniere si dimenticò i miei guanti. Panico e corsa in centro commerciale, a due ore dalla partita. Tornò indietro con un guanto taglia 11 e l’altro taglia 9. L’unico paio disponibile. Per noi portieri poi è una mania: guai a testare i guanti in partita. Ero terrorizzato. Invece feci una buona gara, il Palermo vinse 2-1 e Miccoli ci pagò una grande cena di pesce. Quei guanti ce li ho ancora nel cassetto».
Lezioni di vita...
«Che oggi mi porto dietro nella scuola portieri “Imparare a volare”. L’ultimo veneziano arrivato in Serie A dalle giovanili sono ancora io: sarebbe bello continuare qui la tradizione. Ci lavoriamo ogni giorno. Io, Aprea e da qualche tempo anche Sambo».
Il filo conduttore arancioneroverde.
«È fantastico far crescere e appassionare questi ragazzi in un ruolo un po’ abbandonato. E da quest’anno collaboriamo ufficialmente con il Venezia per l’area portieri. Poi chissà, i patentini da allenatore li ho presi. Ma intanto mi godo il Taliercio e la mia famiglia».
Messaggio pre-derby?
«Lo rivolgo soprattutto a questo nuovo Venezia local, con Poggi e Collauto in dirigenza. Hanno una scommessa da vincere, le difficoltà ci saranno ma la competenza e la voglia di incidere nella propria città faranno la differenza. Anche il Vicenza sta risalendo con un grande progetto di calcio. Auguro tTutto il meglio anche a loro. Magari dalla partita successiva... ». —
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