A Romiti 101 milioni dalla Fiat, per Profumo i 40 di Unicredit

PADOVA. Quando lasciò la Fiat, nel 1998, c’erano ancora le lire. Per i 25 anni di carriera trascorsi nell’azienda torinese il presidente Cesare Romiti ebbe una liquidazione di 105 miliardi, ai quali furono aggiunti 99 miliardi a titolo di patto di non concorrenza. La somma complessiva è pari, in euro, a101,5 milioni.
Ma i tempi cambiarono rapidamente: quattro anni dopo Paolo Cantarella, amministratore delegato del gruppo torinese, riuscì a spuntare “solo” 20 milioni di euro.
Ben piazzato, in questa classifica, è Alessandro Profumo, già amministratore delegato di Unicredit, che nel settembre 2010 si vide riconoscere una liquidazione di 40 milioni di euro (di cui 17,2 incamerati dal Fisco). Due milioni sono stati destinati alla Casa della Carità di don Virginio Colmegna.
Nel 2003 Davide Croff ha lasciato la carica di amministratore di Bnl incassando 16,3 milioni di euro.
Meglio è andata, nella primavera del 2007, a Matteo Arpe, amministratore delegato di Capitalia, che ha spuntato una liquidazione di 31,22 milioni di euro di buonuscita e 1,28 milioni di Tfr.
Molto più di quello che ha ottenuto Cesare Geronzi, presidente di Capitalia, il quale, una volta completata la fusione con Unicredit, ha incassato 20 milioni di euro.
Roberto Colaninno ha lasciato la carica di ad dell’Olivetti in cambio di una buonuscita di 17 milioni di euro.
Nel 2006 Vito Gamberale lasciò la guida di Autostrade, di cui era stato amministratore delegato, incassando una liquidazione di 11,4 milioni di euro.
Nel 2012 le Generali hanno dato il benservito a Giovanni Perissinotto, che ora è consigliere di amministrazione di Hera, introitando 10,6 milioni.
E Diego Bolzanello, per vent’anni collaboratore di Mario Moretti Polegato al timone di Geox, ha messo insieme una liquidazione di 9,6 milioni di euro.
Francesco Gori, per trent’anni al servizio della Pirelli come direttore generale e ad della sezione Tyre, ha ricevuto 5,9 milioni di euro.
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