«A Mestre sempre più spacciatori, prostitute e mendicanti: non ce la facciamo più»

MESTRE. «Finora solo parole, siamo in attesa dei fatti che ancora non vediamo». È la sesta volta che i CittadiniDiVenezia (un gruppo di residenti del quartiere Piave, concentrati soprattutto nell'area di via Fogazzaro, via Cappuccina, via Sernaglia e via Rampa Cavalcavia), diventati ben 280, tornano a scrivere al sindaco, Luigi Brugnaro, per denunciare la situazione di degrado e delinquenza in cui si trovano a vivere loro e i loro figli. Il gruppo si allarga e i firmatari sono sempre di più. Alla compagine si è unita anche via Monte San Michele, altra strada che di problemi ne ha un sacco. Il gruppo raccoglie il malcontento dei residenti, che non ne possono più.
Esasperazione. «Continua ad aumentare il numero di spacciatori, prostitute e di mendicanti che detengono il controllo dell'area. Durante il giorno, decine di spacciatori africani continuano a imperversare nella zona in lungo e in largo. Gli innumerevoli episodi di cessione di droga alla luce del sole e senza alcun ritegno sono “la normalità”, così come gli episodi di consumo di droga da parte di giovani che non esitano a “farsi” nei luoghi più diversi, come la cabina delle fototessere di via Cappuccina di fronte all'Ulss, nella “esse” di via Salettuol, nel sottopasso di via Dante-via Rizzardi, diventato impraticabile per l'odore nauseabondo e la sporcizia causati da tossicodipendenti e accattoni».
Scuole. «Nelle ultime settimane segnaliamo la presenza intollerabile di spacciatori davanti alla media Giulio Cesare, in particolare durante l'orario di uscita dei ragazzi», spiegano i portavoce. Che hanno anche filmato i movimenti dei malviventi fuori dagli istituti e sono preoccupati per i figli.
Via Monte San Michele. «Invivibile è la condizione nella zona all'altezza dell'incrocio via Trento - via Monte San Michele, dove noi residenti giorno e notte dobbiamo subire un numero fuori controllo di soggetti africani che spacciano, delinquono e spaventano chi abita in quei condomini a causa del loro stato di alterazione cronica, dovuto all'assunzione di droghe e alcol: risse violente, minacce ai passanti, maltrattamento dell'arredo urbano usato come latrina a cielo aperto e nascondiglio per la droga sono “il pane quotidiano”».
Locali. C'è il disagio legato alla mancanza di controlli delle attività commerciali, secondo i residenti. «Preoccupante è la condizione degli abitanti nell'angolo via Aleardi - via Fogazzaro, sul cui marciapiede, in particolare nel tratto all'altezza del Bar Girasole, stazionano tutto il giorno numerosi africani nullafacenti».

I cittadini chiedono un controllo su negozi e attività commerciali gestite da stranieri. «Abbiamo bisogno di regole severe, ordinanze, pugno di ferro», spiegano. Ci sono negozi, come quelli tra via Trento e via Monte San Michele aperti tutta la notte.
«Non riusciamo a riposare, non ne possiamo più». Nel mirino i due magazzini gestiti da cinesi alla fine di via Aleardi - via Rampa Cavalcavia. «È incessante il via vai a tutte le ore e la presenza di un sospetto e abituale furgone ad uso e comodità degli ambulanti abusivi». Ma anche il market sotto i portici del Condominio “Bandiera” di via Rampa Cavalcavia, quello sottostante il condominio Pirandello angolo via Trento.
Prostituzione. «Durante le ore notturne, prostitute africane stazionano nell'area dividendosi tra il piazzale-parcheggio di via Rampa Cavalcavia e il parco di via Cappuccina-via Sernaglia, dove si appartano con il cliente di turno, e in via Fagarè e via Col di Lana. Gli episodi di contrattazioni rumorose e i siparietti vergognosi si protraggono fino all'alba».
Vigili. I residenti se la prendono con l'allarme fuori controllo di proprietà del comando della polizia locale di via Cappuccina. «Dalla scorsa estate scatta due tre volte al giorno a orari diversi e imprevedibili, alle sette del mattino come alle undici della sera, assordando le zone limitrofe per alcuni minuti, quanto basta per disturbare la quiete pubblica e il sonno dei residenti».
Richieste. «Vogliamo fatti, non più parole, vogliamo che Brugnaro mantenga quanto sbandierato nel suo programma. Più che il controllo di vicinato, a noi servono sorveglianza, ordinanze e presidi».
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