A Marghera nascono gli yacht a vela per vip
Decolla il made in Veneto di Arzanà: barca venduta a 20 milioni

Da sinistra il triestino Riccardo Dei Rossi e il padovano Alberto Peruzzo che gestiscono il cantiere navale a Marghera
MARGHERA.
L'imprenditoria veneta, in un periodo di evidente crisi, trova ancora la forza e la voglia di «rischiare» in proprio in un settore di nicchia, quello delle piccole navi da crociera extra-lusso che, grazie all'idea di due imprenditori, uno padovano e l'altro triestino, ormai trapiantati a Venezia. Grazie a loro hanno un lavoro sessanta dipendenti e maestranze locali, in parte provenienti dalla cassa integrazione e dalla chiusura di altre aziende nautiche. Si chiama «Arzanà», così come lo storico nome veneziano dell'Arsenale, la giovane realtà imprenditoriale che il presidente Alberto Peruzzo («Solo omonimo dell'editore» precisa) e l'amministratore delegato Riccardo Dei Rossi, il triestino ex olimpionico di canottaggio, hanno creato in due anni di lavoro in un capannone dismesso dell'area industriale di Porto Marghera. I due si preparano al varo di due yacht a vela di cinquanta metri, adatti a ospitare fino a dodici viaggiatori e otto persone di equipaggio. «Siamo partiti - dice Peruzzo - contando solo sulle nostre forze e con l'idea di portare una nuova forma di imprenditoria a Venezia per uno sviluppo futuro che coinvolgesse imprese, territorio e forze dell'artigianato locale in un progetto totalmente made in Italy, innovativo ma al contempo classico». La scelta è caduta sul settore degli yacht a vela. «Arzanà» ha deciso di iniziare con la costruzione parallela di due imbarcazioni: «Una - dice Peruzzo - è già stata venduta a un imprenditore italiano, del quale non farò naturalmente il nome». I due yacht a vela di cinquanta metri, totalmente autonomi con i loro generatori e certificati «green star» per il rispetto dell'ambiente, portano le illustri firme del progettista Bill Trip, americano considerato uno dei migliori al mondo, e dell'ingegnere Verardo Cittadini, già responsabile di «Mascalzone Latino» e del «Moro di Venezia». «Abbiamo già ricevuto - dice Peruzzo - la gradita visita del sindaco Orsoni che, da appassionato di nautica, ci ha fatto i complimenti per l'idea, anzi, per essere precisi, per la pazzia». L'imbarcazione già prenotata sarà pronta entro fine anno. «Adatta - come dicono i due soci di Arzanà - sia alle vacanze dei proprietari, sia a un eventuale uso come piccola nave da crociera a noleggio». Il costo? Anche questo è per pochi: circa venti milioni, chiavi (anzi, joystick di navigazione) in mano, ma i due soci sono pronti a rilanciare: «Abbiamo intenzione di proseguire: rimpiazziamo uno spazio che era vuoto, diamo lavoro a chi era rimasto senza e costruiamo qualcosa di prestigio interamente italiano, anzi quasi del tutto veneto. È abbastanza per non fermarci qui».
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