A Marcon una casa di Halloween per rendere felici i bambini

La curiosità
Lapidi paurose, una strana nebbia che si diffonde in tutto il giardino, luci soffuse che creano atmosfera, esseri mostruosi che girano per la casa e tanti, tantissimi scherzi di ogni genere e varietà.
Ogni anno a Marcon in via San Francesco 18, i bambini si accalcano ai cancelli di un’abitazione che, per un giorno intero, si trasforma in una vera e propria casa delle streghe. I piccoli attendono la notte di Halloween ogni anno più del Natale o del compleanno, solo per varcare la soglia di quell’abitazione spettrale dove si divertono come non mai.
L’idea è di un gruppo di ragazzi: Jessica, Lorenzo, Alice, Denise, Sara, Alessandro e Matteo. Giovanissimi, dedicano la loro passione, il loro tempo e anche i loro risparmi solo per rendere felici i bambini del paese. Un gruppo affiatato, amanti della festa di Halloween: «Con la scusa che eravamo cresciuti e non potevano più andare per le case, ci siamo detti, facciamolo per gli altri» raccontano «I bambini venivano e abbiamo pensato di provare noi a sorprenderli. Quest’anno abbiamo organizzato una sorta di cimitero in giardino con lapidi finte, effetti speciali con smoker e macchine del fumo, suoni e amplificatore per farci trovare pronti e spaventare i bambini».
Nel tempo l’iniziativa si è diffusa al punto che sono arrivati sempre più bambini. «Ci siamo organizzati ogni anno meglio e per ogni edizione c’è un tema: zombie, cavalieri senza testa, tarantole, le bambine dell’esorcista, di tutto di più» proseguono «I bambini attendono questo momento, ci danno soddisfazione e renderli felici ci ripaga perché lo facciamo per passione e anche a noi piace travestirci».
I bambini arrivano, trovano il cancello aperto e iniziano a giocare fino allo sfinimento. I genitori e le famiglie sono più contenti dei figli, dal momento che ogni anno sanno dove portare i loro bimbi. Il resto lo ha fatto il passaparola. «Siamo contenti» conclude Jessica «anche quest’anno è andata bene, i bambini come sempre hanno fatto fuori un sacco di chili di caramelle». —
Marta Artico
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