A Caorle valori “inquinati”, bene le altre spiagge
«Noi non diamo patenti di balneabilità o meno: con le analisi dei nostri biologi marini evidenziamo però criticità sulle quali intervenire e da sempre le foci dei fiumi sono punti molto critici, per l’apporto di inquinanti che scaricano in mare».
Commenta così Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde, i risultati dei campionamenti effettuati dalla barca-laboratorio di Legambiente lungo la costa veneta, fino a Rosolina Mare - il 5 agosto - e che hanno classificato come «fortemente inquinato» il campione d’acqua prelevato alla Foce del Livenza, accanto alla bella spiaggia di Caorle, dove la presenza di enterococchi intestinali è risultata maggiore di 400 unità per 100 ml e di Escherichia coli oltre le mille. Un anno fa i valori erano dimezzati e dunque il campione era stato classificato come «inquinato». Test microbiologici e chimico fisici (temperatura, pH, ossigeno disciolto, conducibilità-salinità) superati invece per le acque davanti alla spiaggia di San Nicolò a Venezia Lido, Spiaggia fronte via Lepanto a Porto Santa Margherita, spiaggia Lungomare Trieste a Porto Falconera (Caorle), spiaggia Brussa-Bibione Pineta in località Porto Baseleghe (San Michele al Tagliamento), spiaggia a nord della foce del fiume Sila al Lido di Jesolo, Laguna del Mort per Marina di Eraclea e Spiaggia di Caleri a Rosolina (Rovigo).
Nelle stesse ore, la Regione Veneto ha diffuso i risultati delle 396 campionature e delle 9 mila osservazioni e rilevazioni su 95 punti di prelievo al largo della costa veneta - ad opera di Arpav e Guardia Costiera - decretano un mare balneabile al 100% lungo l’intero litorale.
«Le foci dei fiumi sono sempre un punto molto critico, come evidenziavano le analisi della campagna 2011 puntata sulle foci, mentre quest’anno abbiamo spostato l’attenzione alle acque antistanti le spiagge», commentano Eroe e Luigi Lazzari, presidente veneto di Legambiente, «non bisogna abbassare la guardia sul fronte della depurazione: gli ultimi dati Istat del 2009 dicono che ancora il 20% dei cittadini veneti non è servito da un adeguato servizio di depurazione, al di sotto della media costiera delle altre regioni del nord, all’81,9%».
Legambiente ricorda anche i risultati del Dossier Mare Nostrum, che con 458 infrazioni commesse nel 2011, pone il Veneto al quarto posto nella classifica nazionale delle violazioni ambientali sui litorali, con una media di 2,9 ogni chilometro di costa: 190 violazioni per pesca illegale, 182 per scarichi inquinanti e 23 illeciti per l’abusivismo edilizio. «Quello che è ancora più rilevate», conclude Eroe, «è che per quanto riguarda le violazioni ai danni di mare e coste, si registra un incremento del 60% rispetto al 2010». (r.d.r.)
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