«A Caorle sei schede di Salzano» Chiesto l’annullamento del voto

CAORLE. Durante le elezioni del 6 e 7 maggio scorsi, quelle che hanno consegnato a Caorle il nuovo sindaco Luciano Striuli, tra le migliaia di schede elettorali con l’intestazione Comune di Caorle c’erano almeno sei schede con la scritta Comune di Salzano. Quell’almeno è d’obbligo perché non si sa con esattezza quante schede con l’intestazione errata siano finite nelle urne dei numerosi seggi di Caorle. Di quelle sei, infatti, parla il ricorso firmato dall’avvocato veneziano Enrico Schenato, che per conto di quattro cittadini candidati in Consiglio comunale in altrettante liste ora all’opposizione e non eletti, ha presentato al Tribunale amministrativo regionale di Venezia, al quale chiede di annullare i verbali dell’Ufficio elettorale e, di conseguenza, l’elezione del nuovo sindaco. I giudici amministrativi hanno già fissato l’udienza per il 3 ottobre prossimo.
Le irregolarità, secondo il ricorso del legale veneziano, sono numerose, ma quella delle schede di Salzano finite a Caorle è sicuramente quella più curiosa. Ma curioso è soprattutto come i presidenti di due seggi, che se le sono trovate tra le mani, hanno reagito. «Motivo che inficia la regolarità delle operazioni di voto», scrive l’avvocato Schenato, «è da ricondursi al ritrovamento presso la sezione 11 di 5 schede del Comune di Salzano che la commissione ha provveduto a ritirare, senza dare atto a verbale della loro esistenza e a sostituirle con altrettante schede autenticate del Comune di Caorle». Ancor peggio è andata nella sezione 11, dove si sono accorti dell’errore dopo il voto, lo hanno annullato, mettendo la scheda tra quelle «che presentano scritture o segni», precludendo ad un cittadino di esercitare il suo diritto senza averne alcuna colpa. Prima in Prefettura e dopo al ministero degli Interni, comunque, si sono accorti dell’errore e, anche se nei verbali elettorali neppure si accennava al problema, da Roma è arrivata la spiegazione: «L’errore è stato di impacchettamento da parte della tipografia che ha stampato e spedito le schede». Nel ricorso sono numerosi gli illeciti segnalati: nei verbali di ben sette sezioni mancano le modalità di nomina dei presidenti; a Martin Stefano non sono state attribuite otto preferenze con la motivazione che, mancando il nome, c’era un’omonimia, ma l’altro Martin era in una lista diversa e contrapposta e mettendo la croce l’elettore ha espresso chiaramente a quale dei due Martin si riferiva; in alcune sezioni, all’8 e all’11, alcune schede sono state vergate con una penna biro di colore blu e non con la matita e non sono state annullate; infine, in molti verbali mancano le firme dei rappresentanti di lista e la somma dei voti validi e annullati non corrisponde al totale delle schede. E buona parte degli errori sarebbe andata a favore del nuovo sindaco.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia