24 FOR CHILDREN / Ale contro la malattia: "Voglio correre anch’io"

PADOVA. Combatte come un leone dal giorno in cui è nato. Quell'infenzione terribile che gli ha strappato di mano infanzia e spensieratezza può aver fiaccato il suo corpicino esile, ma non certo la sua voglia di vivere. Ale ha deciso di sfidare ancora la sua malattia, partecipando alla staffetta di solidarietà attraverso cui la Città della Speranza punta a battere un altro record. Non c'è voluto molto per convincere Alessandro Sacchetto, che vive con la sua famiglia a Solesino, nel Padovano, a partecipare alla staffetta in programma il 22 e 23 giugno in Prato della Valle a Padova. È stato sufficiente che una delle “sue” dottoresse si facesse avanti per pronunciare un “sì” che da flebile si è fatto sempre più deciso. «Correrò anch'io»: poche parole che racchiudono un mare di paure e di speranze legate a doppio filo alla consapevolezza che il domani per Ale è più incerto che mai.
Mamma Paola è una donna dolce e decisa, che non ha mai voluto nascondere al suo bambino che la corsa per lui è tutta in salita, che non si sa dove porterà. Un batterio, la listeria, quando era ancora in fasce, ha aggredito il suo fisico: si è insinuato nel suo cervello provocando una meningite gravissima, poi è sceso nel midollo causando danni neurologici terribili. «È come se ad un fiore appena sbocciato avessero tolto la linfa vitale», spiega Paola Contiero. Afferma con il sorriso che un giro di corsa in Prato della Valle non spaventa per nulla la sua famiglia (Ale ha un fratello di due anni e una sorella più grande): «Corriamo la nostra personalissima gara da quando Alessandro è venuto al mondo. Ed ora, insieme a mio marito, abbiamo deciso che è giusto correre anche per la ricerca, per dare un futuro di speranza a tutti i bambini come il nostro Ale, colpiti da patologie che ancora oggi non sono curabili».
Nonostante il suo fisico lasci trasparire i segni indelebili della malattia, il piccolo Ale assapora i suoi tredici anni: guarda con orgoglio la sua pagella, dove fioccano voti altissimi, adora le automobili di grossa cilindrata e impazzisce per la Juventus. «Devo ringraziare tutti gli insegnanti di Alessandro, che con consapevolezza ci aiutano a non perdere mai quella normalità che può dare anche frequentare quotidianamente la scuola». Mentre mamma parla Ale mostra gli scatti che lo immortalano al fianco di Alex Del Piero e Gigi Buffon: sa tutto di Europei e campionato italiano.
Appassionato di Lamborghini, spesso si pone una domanda cui i suoi genitori non possono dare una risposta: «Ma perché si fa così tanta ricerca per inventare un nuovo modello di auto, mentre spesso vengono trascurate molte malattie dei bambini?». La sua famiglia si fa in quattro per regalargli una vita normale: ha trovato un sostegno impensabile nell'hospice pediatrico dell’azienda ospedaliera di Padova, da cui Ale entra ed esce a scadenza quasi regolare.
Mamma Paola non fa segreto di quanto sia difficile vedere il proprio bimbo sopportare un calvario fatto di undici interventi chirurgici, viaggi della speranza per tutta Europa, la paura che una crisi respiratoria lo possa strappare definitivamente dalle sue braccia. Eppure lotta, ed ha insegnato ad Ale a non arrendersi mai.
Dagli occhi vispi e furbi di suo figlio, che non nascondono tutte le contraddizioni che porta con sé l'adolescenza, traspaiono forza di volontà e coraggio da vendere. «All'hospice ho trovato sostegno e solidarietà: da medici, infermieri, operatori e dagli stessi genitori, con cui ci sproniamo a vicenda nei momenti più difficili. Vedere il proprio figlio neonato che sta soffrendo e non poter far nulla è un'esperienza terrificante. Per questo è fondamentale anche il confronto con genitori che ci sono già passati, gli unici in grado di dire la parola giusta nel momento più opportuno».
Alessandro gioca con il suo fratellino Giovanni sul divano di casa mentre mamma racconta la sua storia: con tutta la “squadra” (si autodefiniscono “i Sacchetti” in onore del loro cognome) correrà per sconfiggere la malattia del piccolo Ale. Mamma con il passeggino e papà invece stringerà tra le sue braccia Alessandro: una corsa insieme per dimostrare che la parola “impossibile” non esiste.
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