Vittoria Vianello Un libero di qualità che brilla in A/2

Chioggiotta, allieva dell’indimenticato Giannetti a San Donà alla ribalta nel Trentino Rosa con il successo in Coppa Italia



La pallavolo femminile chioggiotta si conferma fucina di liberi talentuosi. L’ultima a salire alla ribalta nazionale è Vittoria Vianello, che ha conquistato la Coppa Italia di Serie A/2 con il Trentino Rosa, formazione con cui gioca da due stagioni. La finale (successo 3-1 su Marignano) si è giocata a Busto Arsizio, nello stesso giorno in cui ha vinto la Coppa Italia maggiore l’Imoco Conegliano, in cui gioca Eleonora Fersino, altro libero chioggiotto. Per Vittoria Vianello, 19 anni per 170 centimetri, primo importante trionfo in prima squadra. «Nel 2017 ho vinto con Chiara Mason il titolo italiano Under 18 di beach volley, ma nella pallavolo indoor questo è il primo importante trofeo» conferma Vianello, «ed è stata un’emozione unica. Noi e Marignano siamo le due squadre più quotate del campionato e in lotta per la promozione. Era una finale tutta da giocare, ma abbiamo avuto la meglio noi». Dopo i primi passi nel Volley Clodia ed essere cresciuta nei vivai di San Donà e Bassano, dal 2018 Vittoria Vianello è approdata a Trento. «Questa società è come una grande famiglia» spiega, «sono tra le più giovani e mi hanno accolto come una figlia. Mi trovo benissimo anche con le compagne più grandi». Nel Trentino Rosa hanno trovato casa molte giocatrici cresciute a San Donà. Quest’anno, oltre a lei, ci sono Francesca Cosi ed Eleonora Furlan. L’anno scorso c’erano anche Mason e Roberta Carraro. «È la conferma che San Donà lavora bene nelle giovanili» prosegue Vianello, «Francesca Cosi è la mia coinquilina qui a Trento. Ma anche a San Donà abbiamo diviso l’appartamento ed eravamo nella stessa classe a scuola». Se Vittoria Vianello è diventata un libero lo deve in buona parte all’indimenticato coach sandonatese Giuseppe Giannetti. «Nel 2015 con San Donà ho vinto la medaglia d’argento alle finali nazionali Under 14, con coach Paolo Silvestrini. Non lo dimenticherò mai, anche perché allora giocavo in un altro ruolo, come schiacciatrice» ricorda Vianello, «ma mi sono trovata a essere la più bassa in squadra come altezza. Allora mi dissero che, se avessi voluto continuare a giocare ad alti livelli, mi sarei dovuta adeguare al ruolo di libero. Fu Giannetti uno dei tecnici che mi seguì di più. Come ho reagito? L’ho presa bene, ero entusiasta di intraprendere questo nuovo ruolo e lo sono anche adesso. Se sono in Serie A, è solo grazie al mio ruolo, altrimenti mi sarei dovuta adeguare a categorie più basse». Vittoria Vianello è figlia di Giancarlo, l’attuale presidente della Federvolley di Venezia. «Fin da piccola, papà mi ha sempre seguito. Anche ora, nonostante la distanza tra Chioggia e Trento e gli impegni in federazione, fa di tutto per venire a vedermi» rivela Vittoria, «e quando finisce la partita, mi dà un suo parere sulla prestazione, sempre senza peli sulla lingua. Mi piace il rapporto che ho con lui».

Il punto di riferimento come libero? «È un uomo, Jenia Grebennikov», conclude Vianello, «è un fenomeno, gioca proprio qui all’Itas Trentino. Un uomo perché la pallavolo femminile la gioco, ma non la seguo molto. Preferisco il volley maschile, è più spettacolare: fanno di quelle giocate che per caratteristiche fisiche le donne non riescono a fare». —



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