«Venire a giocare in Italia? Un sogno per me, mio padre è nato a Brescia»
la novitÀ
Sangue bresciano nelle vene, una Gold Cup vinta con la nazionale statunitense e tanta voglia di stupire nel campionato italiano. Gianluca Busio ha già esordito con la maglia arancioneroverde a Udine, ma ieri si è raccontato alla vigilia dell’amichevole proprio a Brescia, contro la squadra dell’ex Filippo Inzaghi, occasione nella quale potrà riabbracciare tutti i parenti del ramo familiare paterno. «Quando ho parlato con il club, ho sentito grande supporto, e questo mi ha dato l’idea che il Venezia fosse una grande famiglia» , assicura il centrocampista 19enne nato a Greensboro in North Carolina, «per me è speciale essere parte di una squadra con una proprietà statunitense, e adesso dovrò dimostrare che i dirigenti hanno fatto la scelta giusta. Il connazionale Tessmann? Lo conosco perché ci siamo sfidati tante volte in Mls e siamo compagni di nazionale. Ci siamo sentiti prima del mio arrivo in Italia».
LE ORIGINI
Il padre di Busio, bresciano, a 18 anni è partito per gli States, e ovviamente è un grande tifoso del calcio italiano, cosa che ha tramandato al figlio. «Giocare in Serie A è un sogno che si realizza», assicura il nuovo talento del Venezia. «Passavo ore con mio padre a guardare al mattino le partite italiane, e ora sono un giocatore della Serie A. Per me, che sono giovane, è stato tutto più facile fare questa scelta. Mi sento al cento per cento, nonostante abbia avuto il Covid di recente. Ho giocato contro l’Udinese e mi sto allenando con intensità. Sono sicuro che potrò dare ancora di più nella prossima partita contro l’Empoli. Del resto, devo prendere bene le misure all’ambiente. Sono arrivato mentre la squadra era già da giorni in ritiro, poi con il Covid sono rimasto chiuso in albergo senza poter far nulla, e dopo ho cercato di accelerare i tempi per l’inserimento nel gruppo. È poi bello sapere che tutta la mia famiglia mi seg uirà anche dagli Stati Uniti».
MLS
Busio è solo l’ultimo dei calciatori della Mls che si sono spostati nel vecchio continente. «Poter giocare in Europa permette di alzare il livello tecnico e di crescere. Negli Stati Uniti il movimento giovanile legato al soccer è in continua espansione, e c’è un enorme bacino di giovani che possono pensare di diventare bravi calciatori. Di conseguenza anche la nostra nazionale si fa più competitiva. Dove prediligo giocare? A centrocampo. Mi piace essere nel cuore dell’azione, cercare anche di fare gol, ma mi trovo a mio agio pure davanti la difesa. Mi ispira sempre molto avere il controllo del gioco, anche se poi sarà l’allenatore a darmi la posizione in campo che preferisce. Tra Mls e Serie A ci sono tantissime differenze. Subito ho potuto notare la velocità del gioco, la qualità differente e superiore, e poi qui se sbagli ti fanno gol immediatamente. Come mi giudico? Un buon passatore, con buona visione di gioco, anche se so di dover migliorare molto. Ho comunque sempre una visione offensiva del gioco. Ho sempre ammirato Pirlo, lui sì che sapeva fare ciò che voleva con il pallone tra i piedi».
LA TRATTATIVA
Il direttore tecnico Paolo Poggi, conferma le difficoltà vissute nel chiudere l’accordo con il Kansas City, squadra di Busio in Mls. «È un giovane di talento, che ha tuttavia già una notevole esperienza. Deve imparare ancora molto, ma completa un reparto che ha come caratteristica principale la grande duttilità in favore delle scelte di Zanetti. Mi auguro che si possano vedere al più presto, e con grande soddisfazione, tutte le sue qualità, senza caricarlo però di troppe aspettative. Quella per Gianluca non è stata una trattativa facile, perché abbiamo imparato che prendere un giocatore da club della Mls è complesso, e poi non eravamo gli unici a volere Busio. Lui e Tessmann non si sono uniti alla loro nazionale per le qualificazioni mondiali, abbiamo convenuto con il loro allenatore che fosse più importante lasciarli ad ambientare a Venezia in questa fase». —
Simone Bianchi
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