Venezia, un dominio sterile a Cosenza e alla fine ci pensa sempre “San Lezzerini”

COSENZA
Il Venezia domina, rischia grosso nel finale, ma a Cosenza non va oltre lo 0-0. Un’occasione sprecata per gli arancioneroverdi, che si sono dimostrati quasi sempre superiori agli avversari e che, per la seconda partita di fila, non riescono però a segnare. La squadra di Paolo Zanetti arriva in Calabria con il piglio giusto, punta a fare la partita e tenere possesso palla per allungare la serie positiva. Sulla panchina arancioneroverde si rivede Modolo, mentre in difesa Molinaro dal 1’ è preferito a Felicioli sulla sinistra. Altro avvicendamento in attacco rispetto alla sfida con la Spal: dentro subito Johnsen, fuori Bocalon.
PERICOLI
Il Venezia riesce fin dall’inizio a prendere campo, e i calabresi sono costantemente in difficoltà. Forte fa tremare Falcone con un rasoterra velenoso dalla lunga distanza già al 2’, poi è Johnsen a impegnare l’estremo cosentino al 18’. Zanetti incita i “suoi”, la squadra è attenta e costruisce, trovando anche i cross, soprattutto dalla fascia destra. Forte ne riceve uno buono al 23’, ma non impatta di testa con forza. L’occasione migliore è però sui piedi di Aramu alla mezzora. Punizione da una trentina di metri che Falcone battezza male, e palla che si stampa però sulla traversa. Il Cosenza? Non pervenuto. Il solo rischio per la porta di Lezzerini è un mezzo pasticcio di Vacca, con un retropassaggio che il portiere sventa bene prima che sulla palla si avventi Gliozzi. Il Venezia meriterebbe qualcosa di più ma il gol non arriva, quindi non resta che pensare al secondo tempo.
SBADIGLI
Il ritmo nella ripresa si abbassa, il Venezia perde la spinta iniziale e concede qualcosa in più ai calabresi. Non succede nulla per 24’ perché le squadre sbattono su loro stesse in mezzo al campo. Poi il Cosenza si ricorda di giocare in casa e di poter azzardare qualcosa in più. Da corner Vera spara da fuori area, Lezzerini respinge con i pugni e Gliozzi di mangia il vantaggio a porta vuota lasciando esterrefatti i compagni.
BOCALON
Serve un po’più di verve. Vacca è stremato ed entra Taugordeau. Il Venezia ha le possibilità di sbancare anche il San Vito-Marulla, e allora arrivano altri cambi, specie in attacco, con gli ingressi di Bocalon, Di Mariano e poi Crnigoj. La squadra diventa più pericolosa, tanto che poco dopo Bocalon può segnare, ma la mano destra di Falcone gli dice di no. Portiere che limita pure l’incisività di Ceccaroni. Zanetti protesta troppo a bordo campo e l’arbitro lo espelle.
PAURA
Pensi che il Venezia riesca a sfondare, e invece arriva al 40’ una parata straordinaria del solito Lezzerini. Da corner in area lagunare si accende una mischia, dalla quale emerge Sueva che calcia a botta sicura ma non passa. Il pallone danza in area e poi la difesa riesce a liberare. Passata la paura gli arancioneroverdi capiscono che c’è poco da scherzare. —
Simone Bianchi
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