Venezia-Ternana 2-0La vetta a soli due punti

Domenica da incorniciare per lo sport veneziano. In serie C/1 di calcio gli arancioneroverdi tornano prepotentemente a incalzare il vertice della classifica battendo al Penzo l'evanescente Ternana: secco 2-0, gol di capitan Collauto (su rigore) e del bomber Veronese, entrambi a segno nel primo tempo
VENEZIA. Chi vuole, continui a lagnarsi del Venezia, che al momento non produce calcio-champagne limitandosi a togliere la sete a chi si accontenta di un - chiamiamolo - calcio-gazzosa. Ma chi invece ragiona con la classifica in mano e vede, poco alla volta, passettino dopo passettino, questa squadra stabilizzarsi nell'alta classifica, reagire alla scoppola di Padova o a quella di Manfredonia, trovare il gol e amministrare la partita con cervello, beh, non può che sorridere e guardare avanti con fiducia.


Dimostrazione.
Questo 2-0 che rispedisce a casa la Ternana è la conferma che il Venezia ha già trovato una sua identità. Pochi fronzoli, poche concessioni all'arte, non c'è Ronaldinho a Sant'Elena, ma ci sono giocatori che pedalano, macinano chilometri e sanno stare in campo. Possono trovare la giornata storta, certo, ma nella normalità sono una rogna da affrontare per qualsiasi avversario. Insomma, lo champagne è buono ma può ubriacare (ed è comunque merce rarissima mica solo nei vigneti dello stadio "Penzo"), mentre l'altra bibita al massimo procura qualche saliscendi esofageo (si può dire così?) ma regala sensazioni di soddisfazione e appagamento che valgono la pena d'essere provate quando sono imposte dalla sete di classifica.

Meglio del previsto.
Il 2-0 ci sta tutto, anzi, magari è un po' stretto, a ripensare alle palle-gol. E questo vale anche se il rigore dell'1-0 arriva su rigore per un mani di un difensore girato di spalle e il raddoppio di Veronese è in posizione di fuorigioco, confermato dall'occhio elettronico della telecamera. Due episodi che solo in apparenza offrono l'alibi alla Ternana, mentre in realtà è proprio lo sviluppo della partita a tributare i meriti del Venezia, che ha fatto meno fatica di quanta si potesse immaginare alla vigilia. E adesso vediamo perchè.

Uno-due e gioco fatto.
La classifica dice che la Ternana qualche problema ce l'ha. E quando al 3' nell'ordine Tozzi Borsoi, Bussi e Di Vicino bucano nella stessa azione il pallone a pochi metri da Lotti, svegliando la difesa caduta in pennica, si capisce che la giornata può volgere all'arancioneroverde. Poco dopo il rigore, e 1-0, quindi il raddoppio, e soprattutto il segnale che la Ternana non reagisce, sembra molle, rassegnata, arriva tardi sul pallone. Insomma al 26' chi è allo stadio ha già capito che al venezia la partita non gliela porta via nessuno.

Un po' di nervosismo.
Lasciamo ai colleghi umbri l'analisi della Ternana. Ma se il Venezia avesse giocato così, in queste colonne avreste trovato (e a volte è successo) parole di dura critica. Poca grinta, manca anche la cattiveria agonistica, in tutta la partita l'unico ammonito è Pedotti al 93', semmai si vede qualche scaramuccia a gioco fermo, qualcuno che aizza Gennari e il bomber che un pochino ci casca e reagisce. Dunque la Ternana non osa e il Venezia non ha motivo di agitarsi: controlla la situazione, non rischia assolutamente niente, bada anche a salvaguardare la gamba, perchè domenica a Foligno c'è bisogno di tutti. Sul fronte della cronaca si può accennare al terzo gol sfiorato più volte: prima Veronese, poi Pesoli e Rebecca rendono il portiere Ginestra miglior uomo dei rossoverdi, mentre Poggi e Antenucci non centrano la porta, ma tutto fa brodo e pensiamo che sarà per un'altra volta.

Il resto.
Si chiude novembre con la quarta vittoria consecutiva in casa, segno che la legge del "Penzo" non è abrogata. Viviamo un momento particolare, si sa, ma il misero dato di 353 paganti non premia i risultati della squadra. Resta vuota la curva degli avversari, e giusto o sbagliato che sia, fa tristezza. Il terreno invece è tornato in buone condizioni. Apprezzato dai giocatori e anche dai colombi, accampati a metà ripresa in quasi venti nell'area ternana, neanche se al posto delle sementi giuste ci fosse stato riso allo zafferano.


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