Venezia, quante nazionalità Gli italiani sono undici (su 29)

Simone Bianchi / VENEZIA
Stati Uniti d'arancioneroverde. Il Venezia è una squadra con una inclinazione esterofila molto marcata, anche se non è quella con più stranieri tra le formazioni in lizza nel massimo campionato italiano. La rosa della prima squadra, al netto degli eventuali innesti in corsa dalla Primavera, può infatti contare in questo momento su 29 effettivi, di cui 18 in arrivo da altri Paesi.
CLASSIFICA. Un dato alla pari con i campioni d'Italia dell'Inter, e con il Milan. Roma e Torino invece ne hanno 20 in rosa, lo Spezia 21, l'Udinese 22 e la Lazio addirittura 26. La componente italiana del Venezia è composta da Lezzerini, Neri, Caldara, Modolo, Molinaro, Ceccaroni, Mazzocchi, Fiordilino, Vacca, Aramu e Forte. Una parte consistente dell'ossatura del gruppo a disposizione di Paolo Zanetti, dove si evidenzia la tradizione tricolore tra portieri e difensori, ma dove centrocampisti e attaccanti hanno il loro ruolo anche in questa situazione. Ma da fuori confine ce ne sono 18, tra chi è rimasto e chi è arrivato nel corso dell'ultima sessione di mercato, conclusa la settimana scorsa. Due sono infatti i finlandesi (Maenpaa e Myllymaki, pur con quest'ultimo fuori per infortunio ormai da mesi), dagli Stati Uniti (Tessmann e Busio), dalla Nigeria (Okereke ed Ebuhei), dall'Islanda (Bjarkason e Sigurdsson) e dall'Austria (Svoboda e Schnegg). Poi ci sono il francese Henry, l'israeliano Peretz, il belga Heymans, lo sloveno Crnigoj, il marocchino Kiyine. Del Suriname è Haps, mentre Johnsen è norvegese e Ampadu gallese. Una multinazionale che però ha una fitta componente straniera pure all'interno della formazione Primavera, dove ad esempio sono stati aggiunti il canadese Pecile, un altro statunitense qual è De Vries, il bosniaco Camber o lo svedese Arvidsson. Insomma, chi più ne ha più ne metta.
MAPPA. Il Venezia porta con sé rappresentanze da quattro continenti su cinque, in particolare dal nord Europa, dove nella passata stagione ha sfondato la politica societaria del cercare talenti nei Paesi Scandinavi. Ed ecco la pioggia di finnici, islandesi, norvegesi e svedesi. Va infatti ricordato che in estate Karlsson è andato in prestito al Siena.
PROGETTO. Il club del presidente Duncan Niederauer ha dato un taglio evidente al mercato arancioneroverde: quello internazionale. Come non ha mai nascosto il direttore sportivo Mattia Collauto, il Venezia è andato a caccia di giovanissimi talenti, spesso anche sconosciuti, setacciando con il suo staff i campionati nella speranza di arrivare un giorno a sfruttare il classico crack di mercato, cioè quel giocatore che magari, grazie al suo rendimento, ti permette di incamerare milioni di euro con una cessione. Un modo per autofinanziarsi e per crescere, sull'esempio di quanto hanno fatto tanti altri club esteri e, senza andare troppo lontano, anche Udinese e Atalanta in Italia. Un ritorno che si basa su due aspetti: la bravura degli scout nell'individuare potenziali campioni, e anche sulla fortuna. A guardare oggi il mercato del Venezia si possono sollevare molti dubbi, certo, il fatto è che questa politica necessita di tempo per dare i propri frutti, e questa società ha appena cominciato. Il problema, semmai, è che la Serie A di tempo ne concede fin troppo poco, e il Venezia è neopromosso e in una fase di piena costruzione. —
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