Venezia, per l'Aic è Inzaghi il miglior tecnico: «Il merito è di tutti»

VICENZA. Quando entra nel ridotto del Teatro Comunale di Vicenza, dov’è atteso come star del Galà del Calcio Triveneto, più che un brusìo è il rumoreggiare dei tanti studenti presenti tra il pubblico ad annunciare il suo arrivo. È in ritardo, Pippo Inzaghi, alla cerimonia di premiazione come miglior allenatore della stagione sportiva 2016/17, quella che lo ha portato a dominare con il Venezia il girone B di Serie C e a conquistare la Coppa Italia della categoria. Un ritardo giustificato, però, «perché», spiega, «ero a Piacenza (città natale, ndr) per un impegno a cui non potevo mancare, e ho cercato di fare il più presto possibile per essere qui con voi».
Anno indimenticabile. Una volta sul palco, per ricevere il premio dell’Assocalciatori, rivive velocemente il trionfo recente, con la promozione in B. «Un’annata splendida, un campionato esaltante, vinto avendo ragione del Parma, che era più attrezzato di noi, e di Pordenone e Padova, che ci hanno fatto soffrire. È stata brava la società, perché mi ha messo a disposizione un gruppo straordinario, e tengo a condividere questo riconoscimento con il presidente Tacopina, con il direttore sportivo Perinetti, che ora non è più con noi, e con il mio staff tecnico (ad accompagnarlo c’è il vice Maurizio D’Angelo, ndr), che è di un’altra categoria».

Il passato è alle spalle, adesso c’è una B in cui il Venezia, da “matricola” terribile, sta facendo molto bene. Inzaghi non si stupisce dello... stupore altrui: «Prima che iniziasse la stagione mi ero augurato che la mia squadra fosse un po’ la rompiscatole della cadetteria. Venendo da due promozioni consecutive, l’entusiasmo sarebbe stata la forza trainante, pur rimanendo realisti, perché ci sono avversarie molto attrezzate, e senza montarci la testa. Concordo con chi sostiene che ci sono almeno 10 formazioni in grado di vincere il campionato. Noi siamo lì, decisi a farci rispettare».
Sabato arriva l’Empoli al “Penzo”, una delle retrocesse dalla A. «Ci sarà da divertirsi, prepareremo bene la partita. Loro hanno una coppia di attaccanti molto forte (Donnarumma e Caputo), vedremo di arginarli al meglio».
Il siparietto con Rizzoli. La standing ovation che lo accoglie è paragonabile solo a quella riservata all’ex arbitro bolognese, diventato da poco “allenatore” dei fischietti della Can A. E Pippo, vecchio bomber di razza, ha ancora un ottimo rapporto con il nuovo designatore. «È stato uno dei migliori arbitri d’Europa, ma soprattutto una persona che sapeva dialogare in campo con noi come pochi altri», sottolinea. «Oggi le tensioni di una partita di campionato ci portano magari ad essere un po’ nervosi per alcune decisioni dei direttori di gara, il mio augurio è che con la Var gli arbitri ricevano un grande aiuto e che nell’ambiente si accetti tutto senza polemiche». E Rizzoli, di rimando: «Lui non andava d’accordo con i guardalinee (e giù una risata, ndr) quando alzavano la bandierina sui fuorigioco. Ricordo il mio esordio in A, fu a Venezia più di 15 anni fa (14 aprile 2002, partita con il Perugia persa 2 a 0), e s pero, proprio perché sono legato a quella giornata e a quel luogo, che Inzaghi riporti il club in A».
Mio fratello? Bravissimo. Ai margini della cerimonia, l’inevitabile domanda sul fratello Simone, che ha appena vinto con la Lazio in casa Juve, lo spinge a sentenziare: «Sta facendo cose straordinarie, gli faccio i complimenti, in questo momento è uno dei migliori allenatori d'Europa. È un ragazzo molto intelligente e molto preparato, sono contento che si stia togliendo queste soddisfazioni».
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