Venezia-Matera in tandem una cura contro la disabilità

Alessandro Da Lio, l’uomo delle grandi imprese in bicicletta, guida la spedizione che ha valore terapeutico. Domani partenza da piazzale Roma, 12 i protagonisti



Dodici persone, sei tandem e mille chilometri da percorrere tra Venezia e Matera. Un viaggio che inizia domani, lunedì 23 settembre, con il prologo da Piazzale Roma, per concludersi il 4 ottobre in Basilicata. Di mezzo tappe a Rovigo, Bologna, Cesena, Senigallia, Termoli, San Benedetto del Tronto, Ortona, Foggia, Andria e, via Altamura, il traguardo di Matera. A organizzare il tutto è il miranese Alessandro Da Lio, protagonista di grandi imprese su scala mondiale in bicicletta, con l'associazione Cycling Pangea e la collaborazione del Settore Dipendenze dell'Usl 5 di Pordenone, e la Medicina dello Sport di Noale dell'Usl 3 Serenissima. Una assistenza medica fondamentale, perché sei dei protagonisti di questo raid-impresa, sono persone con problematiche fisiche o psichiche importanti. Le difficoltà principali per un evento del genere sono infatti queste, data la casistica delle persone coinvolte che hanno handicap mentali, tre diverse disabilità fisiche, epilessia e quattro problemi di dipendenza.

«La problematica principale era accoppiare nel modo migliore il conduttore del tandem a chi aveva la difficoltà fisica» spiega Alessandro Da Lio illustrando il senso di questa nuova impresa «queste persone con un deficit non avevano trascorsi sui pedali, ma hanno accettato la sfida. Quindi armonizzare la coppia e l'avvicinamento al mezzo era basilare, e gli allenamenti sono iniziati in gennaio. Tutti, inoltre, sono stati visitati, valutati e seguiti dalla dottoressa Erica Brugin della Medicina dello Sport di Noale».

I protagonisti del progetto sono Amalia Oprea, Aldo Silvestrin, Enza Santo, Alessandro Da Lio, Lucio Morosin, Matteo Masiero, Andrea Spadotto, Remo Marinato, Roberta Sabbion (medico Usl Pordenone, direttrice settore dipendenze), Marco Nan, William Travanut e Rino Cagnin. Il più giovane ha 21 anni, gli altri tra 40 e 70. Quattro sono di Mirano, due di Padova e il resto arrivano dalla provincia di Pordenone.

«Quello che è importante è che si tiri fuori la parte sana di ciò che ognuno può fare» aggiunge Da Lio «un rapporto sopra il livello di terapia, per un progetto che nasce dal viaggio che ho intrapreso con mio cognato Lucio Morosin attraversando le americhe da nord a sud in tandem. Non si voleva creare un gruppo omogeneo con stessa patologia, per evitare l'autocommiserazione, ma un gruppo che si mettesse in discussione. E questo è, a mio parere, il valore aggiunto del progetto. Nel nostro zaino non deve mancare la voglia di fare e la voglia di ascoltare per andare in tandem, e la sincronia con il compagno. Questo è il primo passo di un progetto che durerà cinque anni, e che sarà incrementato ogni anno con viaggi più lunghi e complessi, perché serviranno a verificare e studiare la gestione nello stress in una serie ampia di problematiche».

Una avventura sui pedali destinata a diventare scienza per aprire a nuove prospettive di trattamento, per problematiche solo apparentemente nuove, legate al nostro tempo. Ma che in realtà, forse sotto forme diverse, appartengono anche a un passato meno recente. A supportare il progetto sono Coop 3.0 e Banca FriulOvest, che hanno sposato l’innovativa azione sociale inclusiva, contribuendo alla copertura delle spese per l'acquisto dei tandem e al supporto durante il viaggio. —

Simone Bianchi

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia