Venezia, lo “Sportello d’Ascolto” curato dal dottor Franzoso

Una iniziativa della società in collaborazione con lo psicologo Un servizio per i tesserati delle  giovanili e le loro famiglie «Risposte ma anche dialogo»

MESTRE

Il calcio è fermo, gli stadi sono vuoti, ma non esistono solo i professionisti. La linfa vitale di ogni società è rappresentata dai settori giovanili, dove i calciatori sono anche studenti con famiglie. Molti i quesiti che da tanti giorni si pongono ragazzi, papà e mamme, così il Venezia ha deciso di costituire lo “Sportello d’Ascolto”, attivo ogni giovedì (ore 15-18, al numero 3891904471), con la collaborazione del dottor Tommaso Franzoso, psicologo dello sport del club arancioneroverde. Lo “Sportello d’Ascolto” è aperto alle famiglie dei tesserati del Veneza Fc “per sostenere, consigliare o semplicemente ascoltare chiunque abbia bisogno di confrontarsi in questo momento inusuale e delicato che stiamo vivendo”. Il dottor Franzoso, 45 anni, di Mira, ha un passato da portiere in squadre dilettanti, un patentino di allenatore Uefa B in tasca, ma anche una laurea in Psicologia infantile e dello sviluppo all’Università di Padova e attualmente è anche coordinatore nella comunità riabilitativa terapeutica “Il ramo del cedro” a Minerbe (Vr).

Quando si è creato questo rapporto col Venezia?

«Ho iniziato a collaborare tre stagioni fa con l’Academy del Venezia, poi anche con il settore giovanile, trovando una sinergia di idee con il responsabile Collauto. La formazione della persona viene prima del giocatore».

Come è nata l’iniziativa?

«Abbiamo pensato quale fosse il modo migliore per essere d’aiuto non essendoci allenamenti o partite, così è spuntata l’idea dello Sportello d’Ascolto. Ci mettiamo a disposizione dei tesserati e delle loro famiglie per dare qualche consiglio, dialogare e chiacchierare con chi ci telefona, ma anche rimanere solo ad ascoltare. Credo che parlare faccia bene alle persone soprattutto in questo periodo in cui ogni persona si fa domande ogni giorno».

Come sono andati i primi due appuntamenti?

«Bene, l'intento era di farci sentire vicini come società ai ragazzi e alle loro famiglie, farle sentire parte integrante della famiglia allargata del Venezia. Mi ha colpito la capacità delle persone di parlare e di ascoltare, uno degli obiettivi di questa iniziativa era anche quello di far “allenare” le persone al dialogo».

L’iniziativa continuerà?

«Sì, fino a quando continuerà questa fase di emergenza. Le persone in questi momenti hanno più bisogno di reagire che di agire, che sono due azioni diverse». —

M.C.

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