Venezia, il saluto dell’ex dg Scibilia «Il mio futuro? Forse in Sicilia»

Michele Contessa / MESTRE
Anche le belle storie finiscono: Dante Scibilia era già uscito dai quadri organizzativi del Venezia ad agosto con l’inizio della nuova stagione, sabato ha scritto sulla sua pagina Facebook il saluto al mondo arancioneroverde, pronto però a rituffarsi a breve in una nuova suggestiva avventura, qualora Joe Tacopina diventasse il proprietario del Catania.
Da sei stagioni Dante Scibilia, commercialista mestrino, era il direttore generale del Venezia, voluto prima da Yuri Korablin nell’ultima stagione della gestione russa formando il tandem con Ivone De Franceschi, riconfermato poi dal gruppo americano che ha creato nel 2015 il Venezia Football Club ripartendo dalla Serie D.
« Il mio legame con il Venezia», ha spiegato Dante Scibilia, «risale però a tempi più lontani, in ben altre vesti. Nel 1998 Andrea Seno guidava il settore giovanile e mi chiamò per allenare le formazioni giovanili, sono stato responsabile della scuola calcio e poi osservatore della prima squadra negli anni del sali e scendi tra la Serie B e la Serie A, con Marotta e Gasparin». Dante Scibilia non fece parte della squadra durante la gestione Marinese-Poletti tra il 2005 e il 2009, rientrando in società come consulente con la proprietà Rigoni e Pizzigati presidente, poi l’ingresso dei russi e la nomina a direttore generale nel 2014.
«Il primo anno è stato molto complicato, ma avevo un ottimo compagno di viaggio in Ivone De Franceschi. Quanti viaggi a Mosca a capire cosa stesse succedendo, ma quell’anno tutti gli stipendi vennero pagati e le scadenze rispettate: il Venezia non fallì, ma non avevamo le risorse per iscriverci».
Con l’arrivo del gruppo americano, pilotato da Tacopina a partire dal 2015, Dante Scibilia ha ancora ricoperto il ruolo di direttore generale. «Siamo ripartiti dalla Serie D e riportato il Venezia in Serie B dopo tanti anni, sono contento di lasciare il club in questa categoria, ma il Venezia attuale non è quello di 5 anni fa: la società è solida, è cresciuta notevolmente in queste stagioni, come sono cresciute al suo interno le persone. Ho sempre avuto il sostegno del sindaco Brugnaro e sono orgoglioso di aver anche seguito i progetti del nuovo stadio sia con Korablin che con Tacopina».
Sulle motivazioni del commiato, Dante Scibilia esce con eleganza. «Lo ha spiegato a inizio stagione il presidente Niederauer. Ci sono cicli che si chiudono. Il bilancio di queste stagioni è positivo, sono stati anni molto intensi, pieni di sacrifici che hanno coinvolto anche la mia famiglia, anni in cui credo di aver dato tanto alla mia città e di avere tanto ricevuto, poi viene un momento in cui un percorso cambia, ma solo per il naturale evolversi delle cose».
Non è facile scegliere un episodio positivo e uno negativo in 6 anni. «Il primo flash è la vittoria di Padova che in pratica ci garantì la promozione in Serie B, seppur non matematica, ed essere riusciti a ottenere l’ammissione in B due anni fa. La pagina più brutta è la retrocessione sul campo contro la Salernitana, un verdetto arrivato dopo giorni assurdi».
Il futuro strizza l’occhio verso la Sicilia. «In questi anni ho stretto un bel rapporto con Joe Tacopina, che ha un gran bel progetto per il Catania, ma siamo ancora in una fase di transizione, di analisi dei conti, adesso gli sto dando una mano sul piano professionale. Se dovesse diventare il nuovo proprietario, vedremo quale potrà essere eventualmente in mio ruolo all’interno della squadra». —
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