Venezia, buon punto ma che bolgia

Partita caldissima al Rigamonti-Ceppi di Lecco. I lombardi infuriati con l'arbitro: a tempo scaduto non concede il penalty a Villagatti
LECCO.
«E alura?». Altro che tramonti sul Resegone. Si va via con la gente inferocita, che inveisce contro tutto ciò che è veneziano (anche le facce dei giornalisti, perché?) e che vorrebbe mandare al rogo l'arbitro che si chiama Giordano Bruno D'Alesio. La sfida tra Lecco e Venezia si chiude con più espulsi (tre) che gol (1-1) e a dircela tutta per il Venezia può andar bene così. Perché finire in nove non è facile, e perché a non dare un rigore al 92' per un vistoso strattone a Villagatti ci vuole anche coraggio.

Campo "caldo".
Che fosse partita da elmetto lo si immaginava. La tensione dell'ultimo precedente - 2-1 per il Venezia due anni fa a tempo scaduto - la rivalità tra tifosi confermata a colpi di slogan, il tasso di temperamento delle due squadre, sì insomma, si sapeva che non era la domenica del fair play. Del resto è bene abituarsi, perché questo spesso offrirà il campionato. Le squadre si adeguano subito, pacche sulle gambe date e prese e - a differenza di altre volte - non c'è tanto spazio per i simulatori, perché si mena sul serio. Prima dell'intervallo Mei piazza il gomito in faccia a Savoldi, dalla tribuna si ha l'impressione che il fallo ci sia, la cattiveria no, ma al Rigamonti-Ceppi sventola il primo cartellino rosso. L'altro lo becca Scantamburlo, perdonato del fallo più grave e poi punito al più lieve, ma che anche lui se lo va a cercare nel frequente corpo a corpo con il furbastro Chianese. Diciamo che quelli del Lecco tanto furbi non sono, perché in undici contro nove anzichè cercare il gol cercano la vendetta, sicchè Bonfanti non contento di aver causato il rigore del pareggio (Romondini-gol) scaglia le mani in faccia a Pesoli. Terzo rosso, e via alla corrida finale.

La prima di D'Adderio.
Quattro giorni non bastano per parlare di cura-D'Adderio. Per vedere la mano del tecnico servirà ancora del tempo. Del Venezia visto a Lecco si può parlar bene sul piano del temperamento, del carattere, il secondo tempo è stato convulso e il minimo errore tattico avrebbe potuto far danni gravi. Errore che si è evitato. Si è giocato di più al pallone nel primo tempo, e francamente non si è visto un grande Venezia: squadra spesso lunga, in difficoltà a proporre manovra, con Romondini chiamato al lancio lungo neanche fosse Netzer (idea resa per quarantenni e oltre) e la difesa schiacciata dall'assalto lecchese, guidato da un Savoldi veramente in forma, neanche lontano parente di quello visto (poco) nella disgraziata stagione in laguna.

I gol.
Due gol sotto la curva-torcida del Lecco, che nei momenti di calma si limita al "chi non salta va a vedere il Como". Dunque minuto 15', il Lecco riparte in velocità, La Cagnina dà il via, Savoldi lavora un gran pallone a sinistra e Chianese al centro mette dentro di testa, facendo risaltare la sbagliata chiusura della difesa. Pareggio al 9' del secondo tempo: Bonfanti tira giù Veronese neanche fosse ai Mondiali di rugby, rigore netto, Romondini riscatta il brutto primo tempo, segna, e da questo momento diventa il leader della partita. Altre occasioni? Qualcosa, sì, ma sempre frutto di calcio poco fluido. La Cagnina e Barbieri sfiorano i pali, Aprea è grande su Ulivi nel finale, quando tutti, in campo e sugli spalti, pensavano al fuorigioco. Mazzoni non si sporca, ma sul contropiede di Veronese al 33' s.t. se la vede brutta.

La svolta.
Detto che il calcio è sottomesso al furore, va anche segnalato che la forza del Lecco cala nettamente nel secondo tempo, ossia quando non c'è più Lomi, che da solo vale mezzo centrocampo. Rigidi capelli rasta, meno forte il muscolo che si stira, Lomi esce e spegne la luce delle idee. Due righe su Teso, che se la cava bene nel finale, con la squadra rimescolata. Chianese fa polverone e guadagna qualche fallo, c'è tempo per il debutto di Antenucci, poi la fine e col tunnel vicino alla curva per passare all'arbitro serve l'ombrello.


CREMONESE - PRO PATRIA:   
0 - 1

CREMONESE:
Sirigu; Brioschi, Astori, Argilli, Moretti; M.Tacchinardi (30'st Bacis), Chomakov, Colucci (34'st Pepe); Zauli, Cozzolino (17'st Vitofrancesco); Temelin. Allenatore: Mondonico.

PRO PATRIA:
Anania; Candrina, Citterio, Francioso, Tramezzani; Dalla Bona, Pessotto, Vecchio (1'st Castellazzi); Negrini (35'st Cigardi), Gasparello, Trezzi (18'st Imburgia). Allenatore: Rossi.

ARBITRO:
Borracci di San Benedetto del Tronto.

RETE:
2'pt Gasparello.

NOTE:
espulso al 41'pt Argilli, al 38'st il tecnico Rossi per proteste

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