Us Carmini, trenta racconti in 200 pagine per ricordare oltre 40 anni di basket una società che ha fatto la storia di Venezia
VENEZIA
Dagli albori nel 1962 passando poi per le Venetiadi in campo Santa Margherita, fino all’Acqua Granda del novembre 2019 con l’allagamento e, di lì a poco, lo sfratto dalla sede storica nel patronato La Fontaine in calle lunga San Barnaba. In mezzo, generazioni di veneziani che si sono succedute calcando il parquet della palestra Zambelli. Tutti accomunati dalla passione per la pallacanestro. Una storia collettiva e di legame cittadino, quella raccontata nelle oltre 200 pagine del libro “Unione Sportiva Carmini – Più di 40 anni di basket a Venezia in 30 racconti” a cura di Simone Rauch e pubblicato dalla società di basket di Dorsoduro. Ci sono raccontati vita, morte e miracoli della squadra che ha legato il suo nome in maniera indissolubile al destino di un sestiere. E, in fondo, di Venezia. Il tutto, attraverso aneddoti e ricordi d’annata, scritti in prima persona dai protagonisti dell’epoca.
A partire dalla testimonianza di Paolo Bergamin, tutt’ora anima della società, presente sabato sera alla presentazione del libro nel giardino della palestra Zambelli. «Sono invecchiato in questa piccola ma preziosa palestra Zambelli», la testimonianza scritta di Bergamin, “ho visto passare tanti bambini e ragazzini. Ho vissuto le loro prodezze così come le loro difficoltà». Il libro è condito da una minuziosa ricostruzione storica della società grazie anche a una documentazione fotografica che copre i momenti salienti degli oltre quattro decenni di vita dei Carmini. Significativo anche il ricordo della nazionale Angela Gianolla, che nel libro racconta di come ha iniziato a giocare a basket un po’ per caso, dopo aver ricevuto in terza elementare un volantino fuori dalla Renier Michiel. —
Eugenio Pendolini
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