Uomo contro il sistema, prese di mira l’Inter

Pubblicò il libro “Il terzo incomodo” nel quale rivolse pesanti accuse al calcio per l’abuso del doping

VENEZIA. Uomo contro il sistema, Ferruccio Mazzola. E non mancò di mettere per iscritto la sua denuncia. Nel 2004 il secondogenito di Valentino Mazzola pubblicò il libro "Il terzo incomodo. Le pesanti verità di Ferruccio Mazzola", edito da Bradipolibri, nel quale rivolgeva accuse assai pesanti al mondo del calcio per l'uso e l'abuso di doping tra gli anni Sessanta e Settanta. Un libro-denuncia che scatenò polemiche e veleni, prese di mira anche l’Inter di Helenio Herrera dove giocava il fratello Sandro. Una serie di accuse contro la Grande Inter, che interruppe anche i rapporti tra i due fratelli, ma anche la profonda amicizia che legava Ferruccio Mazzola a Giacinto Facchetti. Pur ammettendo di non averne mai avuto la certezza, Ferruccio Mazzola scrisse di pasticche che venivano distribuite nello spogliatoio nerazzurro, in grado di aumentare le prestazioni atletiche dei calciatori nerazzurri. Un libro che venne messo all’indice dal mondo del calcio, e non solo da chi si sentiva direttamente coinvolto. Un libro che non poteva rimanere fine a se stesso. In una successiva intervista rilasciata al settimanale “Espresso” nel 2005, Ferruccio Mazzola citò infatti i casi di Armando Picchi, Carlo Tagnin, Mauro Bicicli e Ferdinando Miniussi, tutti scomparsi prematuramente. Non risparmiò nemmeno Fiorentina, Lazio e Roma, altri club in cui si sarebbe fatto uso di sostanze illecite nello stesso periodo. La veridicità delle denunce di Ferruccio Mazzola non è mai stata dimostrata in alcun procedimento giudiziario, però Massimo Moratti, patròn dell’Inter che aveva deciso di querelarlo dopo la pubblicazione del libro, perse la causa civile che aveva intentato contro di lui. Un “grido d’accusa” che gli procurò l’allontanamento e l’ostracismo del mondo del calcio, ma che sarebbe stato seguito da quello ancora più eclatante lanciato da Carlo Petrini, che aprì scenari ancora più foschi di quelli portati in scena dall’ex tecnico arancioneroverde. Negli anni successivi, Ferruccio Mazzola è stato anche presidente dell’Associazione vittime del doping fondata nel 2006 da Claudia Beatrice, figlia di Bruno difensore della Fiorentina, una onlus che ha come obiettivo la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui rischi dell’utilizzo di sostanze illecite nello sport. Successivamente è stato anche osservatore per il Treviso. (m.c.)

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