Umana, a Schio l’ultimo atto della finale scudetto

Le orogranata non vogliono scucirsi il tricolore dalle maglie, ma dovranno riuscire a espugnare il PalaRomare. Mazzon: «La soddisfazione più grande per un’atleta è giocarsi il titolo a gara-5. Non servono discorsi, parlerà il campo»

Michele Contessa
Le ragazze dell’Umana festeggiano la vittoria in gara-4 al Taliercio contro la Famila Schio
Le ragazze dell’Umana festeggiano la vittoria in gara-4 al Taliercio contro la Famila Schio

Scudetto, ultimo atto. Chi vince tra Famila e Umana si cucirà il tricolore sulle maglie. Dopo aver riequilibrato la serie con due partite straordinarie al Taliercio, il quintetto di Andrea Mazzon prova a espugnare anche il PalaRomare, dopo esserci andato vicino in gara-2 e avendo rovesciato l’inerzia della finale dopo essersi ritrovato con le spalle al muro. Famila e Umana stanno disputando una serie straordinaria, confermando l’equilibrio del confronto con Venezia capace di sopperire con le alchimie tattiche di Mazzon, il carattere e la determinazione di Pan e compagne a qualche carenza a livello strutturale di roster, soprattutto sotto canestro dove Dikaiuolakos può ruotare un pacchetto di lunghe come Juhasz, André, Keys e Bestagno.

Schio potrà contare sul fattore campo che in questa stagione è stato rilevante sia in campionato, dove ha vinto solo l’Umana in regular season, sia in Eurolega, dove si è imposto solo il Fenerbahce. L’Umana, comunque, sa come si può espugnare il PalaRomare avendo vinto lo scudetto un anno fa proprio a Schio. Vincerà chi avrà più “fame”, chi commetterà meno errori o sarà superiore nei dettagli, chi sarà sorretta da una condizione fisica migliore.

Le parole di Mazzon

«Una delle più grandi soddisfazioni che può avere un atleta – ha osservato Andrea Mazzon -, è arrivare a giocarsi lo scudetto all’ultimo atto di una stagione iniziata ad agosto. C’è una sensazione di grande orgoglio, di grande felicità, oltre ad avere la consapevolezza di aver fatto un grandissimo lavoro». Schio e Venezia arrivano a giocarsi lo scudetto all’ultima partita. «Sono gare in cui gli allenatori contano il giusto, saranno le giocatrici sul parquet ad avere l’auto esigenza di produrre qualcosa in più. Non mi riferisco a segnare un tiro o a realizzare un libero, ma ad esempio mettere il proprio corpo in un taglia fuori, essere pronte in un adattamento difensivo, arrivare dove la mente è lucida ed essere consapevoli che non si può commettere lo stesso errore due volte come puoi permetterti in una partita di regular season».

Le ultime parole alle giocatrici prima che inizi la partita daranno una spinta ulteriore. «Non ho ancora pensato quali frasi utilizzare, in genere seguo molto l’istinto, raramente preparo un discorso pre partita. Ci sono poi momenti in cui servono poche parole, poi come sempre sarà il campo a “parlare” per noi».

La carica di Villa

Negli occhi rimane l’immagine del pallone rubato a Sottana prima di involarsi verso il canestro segnando con un libero supplementare per aver subito il fallo dalla capitana della Famila. «È stata finora una serie molto intensa – ha osservato Matilde Villa -, ma siamo molte cariche alla vigilia di gara-5 e vogliamo vincere lo scudetto, come lo vorrà Schio. Sono sicura che daremo tutto quello che abbiamo».

Seconda finale scudetto di fila per Matilde Villa, la prima però a gara-5. «Sappiamo che sarà molto tosta perché la giocheremo sul campo della Famila, sono sicura che troveremo un’avversaria molto carica. Si deve dare tutto essendo arrivate fino a questo punto, ce lo siamo meritato. Conterà molto il cuore, chi avrà più voglia e più determinazione porterà a casa lo scudetto».

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