Tutti in piedi a salutare il successo
MESTRE. Quando dagli autoparlanti del Taliercio parte il giro di chitarra di Matthew Bellamy dei Muse con cui inizia “Survival”, colonna sonora dei Giochi Olimpici di Londra, il pubblico di casa sa che è il momento di alzarsi in piedi e applaudire perché la Reyer sta entrando sul parquet per il riscaldamento.
Particolarmente affettuosi i tifosi del settore III, dietro la panchina ospite, già strapieno un’ora prima della palla a due, che non appena vedono una maglia granata sul rettangolo di gioco si fanno subito sentire, in particolare se è quella di Bowers, Young o Clark. Entra anche Tommaso Fantoni, cambiato, con il numero 14 sulle spalle e sui pantaloncini, non per giocare, ma solo per la fotografia di squadra. Nel parterre opposto alle panchine, oltre al presidente Brugnaro, basta cercare un po’ con lo sguardo e si riconoscono Nicola Marangon, Mattia Collauto e Paolo Poggi calciatori che hanno scritto pagine importanti della storia del Venezia. E si intravede anche il prefetto Domenico Cuttaia, diventato ormai un habituè del Taliercio . A 4’57 alla fine della partita I panthers espongono due striscioni per ricordare Francesco Romor, “Bae è qua e canta con gli ultrà”, morto il 13 febbraio di dodici anni fa. L’ultimo minuto e mezzo di gioco della Reyer è spaventoso, Brindisi viene annichilita e i Panthers urlano “Tutti in piedi per questa Reyer”, il palazzo risponde ed è l’apoteosi. Foto da incorniciare per il piccolo Lorenzo di cinque anni di Mestre che si è fatto fotografare in braccio di Young, il suo idolo. (th.ma.)
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