Tra Ascoli e Venezia gol e spettacolo (3-3)
Zigoni, Marsura e Geijo a segno. Ma stavolta non basta

CRUCCU FOTO ER ASCOLI VENEZIA TIFOSI
INVIATO AD ASCOLI PICENO. Bella, emozionante, ricca di occasioni e di emozioni, ecco a voi Ascoli - Venezia, uno spot per un sabato alternativo, ci si può divertire anche allo stadio. I tempi degli 0-0 tutto sbadigli sono lontani, chi ha speso i soldi del biglietto qui al “Del Duca” va a casa contento. Risultato 3-3, tanto per capirsi subito: poteva vincere il Venezia, poteva vincere l’Ascoli, finisce in pareggio e forse è giusto così. Sei gol, un misto di pezzi di bravura ed errori della difesa, ci sta di tutto, tutto quanto fa spettacolo, come Odeon, che vedevamo una volta in tivù.
Un bel Venezia, concreto per un’ora, poi distratto, un Venezia che però quando spinge sull’acceleratore arriva in porta. In certe fasi sembra la partita di Terni, il cross di Zampano e il gol di Zigoni, poi gli altri che rovesciano il punteggio, sì , insomma, fuochi d’artificio sul campo e qualche momento di nervosismo che rende più vera la partita.
Uomo chiave è Falzerano, la velocità è la solita parte e non lo prendi, in più l’ex del Bassano stavolta inventa una azione che è un misto di samba in mezzo alla difesa, dribbling alla Garrincha, un numero dell’altro mondo, a dettare il triangolo con Bentivoglio chiuso al centro dal tocco di Geijo per il gol del 3-3. Applaudono, e sotto sotto smoccolano, anche gli ascolani.
Del primo tempo, oltre al gol col segno di Zigoni, c’è da dire che i portieri sono in gran spolvero, attenti e felini su tutti i palloni. Comanda il Venezia, l’Ascoli riparte lento, la difesa del Venezia - orfana di Domizzi - chiude tutto e all’intervallo, in base anche agli altri risultati, il Venezia è capolista. Il secondo tempo è quello dei fuochi, capodanno a Piedigrotta. Al 5’ la sventola di Carpani rimette tutto in parità, poi si sveglia Favilli imbeccato dall’ottimo Clemenza (un ’97 di qualità tecnica) e si va sul 2-1. Ma parte la sigla e va in onda il Falzerano, sua infatti è anche l’ iniziativa del 2-2 risolta nell’area piccola da Marsura e suo è il citato incredibile balletto-slalom del pareggio. Vabbè, difensori imbambolati, ma l’azione è da spellamani. In mezzo la - come dire - cavolata? la fa anche il Venezia, il retropassaggio di Andelkovic prende una zolla, Audero si impappina e Favilli fa il suo bis.
I tifosi si divertono, si fanno sentire quelli arancioneroverdi, che anche stavolta si sobbarcano mezza Italia per suonare la carica a Bentivoglio e compagni, bella piena anche la curva ascolana, rinnovata e portata a ridosso della porta per far sentire il fiato sul collo ai bianconeri.
Tre a tre e tutti contenti? Alla fine sì, ma prima del fischio finale mica tanto. L’Ascoli rallenta il ritmo ma cerca di arrivare nell’area veneziana con qualche geometria (abbastanza previbile) il Venezia però non si accontenta e il quarto gol lo cerca, lo cerca e ci va anche vicino. Siamo al 90’, contropiede classico, quattro del Venezia contro due dell’Ascoli, il torero che dà il colpo al toro, Marsura va via in slalom, non lo prende nessuno, ma al momento topico gli prende l’attacco di egoismo: Geijo solo che chiama la palla da una parte, Moreo dall’altra che urla dammela, Marsura sceglie il tiro rimpallato e Padella salva sulla linea. Destino. Ultima nota: pochi attimi prima del terzo gol ascolano appare uno striscione: “ciao signora Franca, salutaci la storia”. La signora Rozzi pochi giorni fa ha raggiunto il suo Costantino, presidente immortale dell’Ascoli più bello.
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