Top Trivengas, 30 anni di passione

MARGHERA. Trent’anni di passione vera, quella per il calcio di base, celebrati a Marghera nel nome della Trivengas della famiglia Frasson (da tre anni affiancata nell’organizzazione dallo Spinea 1966 del presidente Scopece): sala gremita, ieri pomeriggio, nel locale “Avanspettacolo” ad inizio Romea, location di ambientazione marcatamente teatrale che ha visto sfilare sul palco, al solito ben condotto da Marco Lanza, tanti volti noti in quello che è ormai un appuntamento tradizionale del calcio veneziano cosiddetto “minore”.
Dirigenti, giocatori, arbitri e giornalisti: quattro le categorie premiate con la targa Top Trivengas, per la prima volta allargate a una quinta grazie al premio per particolari meriti di passione e dedizione. Tante le storie di sport e di vita andate a snocciolarsi nelle sedici premiazioni, di fatto una sorta di grande romanzo collettivo scritto in diretta davanti alla platea. «La mia prima partita allo stadio è stata una trasferta del Milan, due settimane dopo avrebbe esordito in prima squadra un certo Rivera: non serve altro per dire da quanto il calcio sia una parte così importante della mia vita», ha raccontato ad esempio il dirigente del Marchi Marano, Giancarlo Cremonese. Tra i giocatori, c’è chi ha annunciato di voler appendere le scarpe al chiodo, come Pierfilippo Candiotto dello Zianigo, premiato da Dino Brusaferro della Delegazione Figc di Venezia: «La dedica alla memoria di Ennio e Aldo Frasson, che hanno sempre calcato questo palco finché è stato possibile, rinnova ogni anno l’abbraccio virtuale tra il calcio veneziano e la Trivengas, un’azienda cui tutti noi dobbiamo tanto». Mariano Schiavon, decano dei fischietti veneziani, ha introdotto il riconoscimento agli arbitri. «Ai miei tempi si fischiava anche 50 volte a partita, ora siamo intorno alle 20, l’obiettivo è di rendere il gioco più fluido possibile, ma questo è possibile solo se tutti in campo remano nella stessa direzione».
Piero Frasson, amministratore delegato di Trivengas, ha introdotto la parte dedicata ai giornalisti. In chiusura, dopo le belle storie di passione del piccolo Luigi Strozzi, Simone Vescovo e Alessandro Boscolo Ceggion “Pevare” , premio a sorpresa anche per Francesco Confalone, anima della manifestazione fin dalla prima edizione, quindi l’arrivederci al 2019. (g.galz.)
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