Seno deluso: «Almeno mi dicano le loro intenzioni»
Venezia, l'amara attesa del direttore sportivo. E fra i tifosi serpeggiano le prime inquietudini
MESTRE.
«Ho capito di non rientrare nell'organigramma del nuovo Venezia. Sono deluso e amareggiato per quello che rappresentano per me i colori arancioneroverdi». Esce allo scoperto Andrea Seno, direttore sportivo del club fino a prova contraria, giustamente logorato dalla latitanza dei vertici dirigenziali: «Fin dal primo momento mi hanno messo sotto esame quando c'erano i fatti che parlavano, mi hanno chiesto progetti, budget per costruire squadre per la serie D e per la Seconda Divisione. Nessuno si è fatto più vivo e il mio lavoro giace in una borsa, parlano con tutti fuorchè col sottoscritto, cosa devo pensare?». Fuggito Balashov, il presidente Korablin e l'ad Samokhin hanno fortemente voluto un direttore generale per riorganizzare la società: «Lo potevo fare io in tre giorni» interviene Seno «Oreste Cinquini è un grande professionista ma insomma per vincere la D o fare bella figura in C non ci vogliono miracoli». Finora Seno è rimasto al suo posto senza polemizzare ma evidentemente educazione e compostezza non pagano: «Mi telefonano in continuazione dicendomi: "Ma come possono trattarti così". Non voglio peccare d'ingenuità, sono nel calcio da troppi anni, dunque so come vanno queste cose. Secondo loro non servo più? Si assumano la responsabilità di mandarmi via». La mancanza di chiarezza da parte della nuova proprietà russa lascia davvero basiti. E non si tiri in ballo il discorso ripescaggio, non c'entra nulla. Samokhin e Korablin sono attesi per lunedì e si spera che si faccia chiarezza al più presto fra un capitale sociale da rimpinguare e una squadra da costruire, visto che Luppi dalla sua Crevalcore sicuramente scalpita anche se per ora non protesta. «Paradossalmente la situazione è peggiore di quella dello scorso anno - conclude Seno - allora sapevamo di avere avere poche risorse. Qui non si sa nulla, passa il tempo e nessuno prende una decisione». E anche la tifoseria comincia a dubitare. Gli umori dell'Assemblea di Venezia United (aperta dal saluto di capitan Collauto) che mercoledì sera si è riunita per rinnovare le cariche oscillava fra il disincantato e il preoccupato. Gli oltre 110 delegati che hanno riconfermato alla presidenza Franco Vianello Moro e come vice Carlo Rubini, non hanno lesinato critiche per l'attuale stallo coinvolgendo anche l'amministrazione comunale, sorda, secondo Venezia United, dinanzi ai progetti di una public company e di un «calcio diverso».
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