Ronaldo e Juve si lasciano, CR7 torna al primo amore

TORINO
È tornato al primo amore, dopo un addio freddo e frettoloso dalla Juventus, ma l’happy end della sua telenovela è stato un colpo di scena anche per lo stesso Cristiano Ronaldo. La destinazione di Manchester era sicura, solo che CR7 si immaginava di ripartire con la maglia del City e invece indosserà quella dell’amato United. Uno scherzo di mercato che riallaccia i fili della memoria, a Old Trafford è cresciuto vincendo tutto dal 2003 al 2009 con Ferguson in panchina, e soprattutto chiude il cerchio della sua incredibile carriera. I Red Devils hanno vinto il derby nella notte tra giovedì e venerdì, quando Ronaldo rompeva con la Juve e il City non affondava il colpo dopo aver trovato l’accordo. Guardiola accettava l’ingaggio, fortemente voluto dallo sceicco Mansour per rispondere al colpo Messi dei qatarini del Psg, però senza stendere il tappetto rosso e la mancata cessione di Sterling ha bloccato tutto. Così la contromossa del procuratore Mendes (e il pressing di Bruno Fernandes su CR7) ha permesso di trovare in fretta la soluzione che cercava da mesi: l’attaccante ottiene un ricco biennale e una squadra d’alto livello che possa fargli vincere la sesta Champions, mentre la Juve incassa i 25 milioni che chiedeva dopo il divorzio.
La storia bianconera di Ronaldo si chiude in tutta fretta, dopo 3 anni e 101 gol segnati con 5 trofei vinti. La Juve perde il “marziano” che ha catturato tutte le attenzioni, ma non è riuscito a trasformare l’Europa da inferno a paradiso, mentre la Serie A si trova orfana di un altro campione dopo aver salutato Lukaku, Donnarumma, Hakimi e De Paul. «Lascio un club fantastico - ha scritto il penta Pallone d’Oro sui social -: ho dato cuore e anima per la Juve e amerò sempre Torino. I tifosi bianconeri mi hanno sempre rispettato e io ho cercato di ricambiare combattendo in ogni singola partita, stagione e competizione. Abbiamo raggiunto grandi cose, anche se non tutto ciò che volevamo, ma insieme abbiamo scritto una bella storia».
Un commiato chiuso con un «Grazzie» che sconfina nella gaffe, a maggior ragione dopo aver vissuto per tre anni in Italia, ma Cristiano va di corsa e ha già voltato pagina. Ieri mattina è rimasto alla Continassa meno di un’ora per ritirare le sue cose e salutare la squadra, mentre poco prima delle 15 era già in volo verso Lisbona con il jet privato e oggi farà le visite mediche per il “suo” United. La panchina di Udine e quel gol della vittoria annullato al 95’ per un fuorigioco millimetrico, chissà se l’epilogo sarebbe stato lo stesso con quel 3-2 al debutto in campionato, restano così le ultime scene calcistiche di un’avventura iniziata con un tripudio di folla e conclusa con pochi tifosi delusi fuori dal centro sportivo bianconero. Ha pesato il tiramolla di questo tormentone e un certo senso di liberazione si respirava tra le parti, mentre Allegri la prendeva con filosofia senza nascondere alcuni sorrisi. «Non voleva più restare - ha spiegato il tecnico - e Cristiano ha fatto la sua scelta. Qui sono passati grandi campioni, ma la Juve rimane». —
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