Reyer, quel trionfo a Brindisi per il ritorno in LegaDue

MESTRE
Ci sono date scolpite nella memoria collettiva dei tifosi, oltre che rimanere impresse negli annali. Il 1° giugno 2008, vincendo al PalaPentassuglia di Brindisi anche la seconda partita di finale contro la Prefabbricati Pugliesi, la Reyer allenata da Eugenio Dalmasson tornava tra i professionisti dopo 12 anni dal vano trionfo (2 giugno 1996) sulla Koncret Rimini. Servirono 372 partite, una ripartenza dalla Serie C/2 e quattro promozioni per riportare Venezia nel basket d’élite. Il primo passo di una scalata esponenziale che avrebbe poi regalato alla Reyer due scudetti (2017 e 2019), una Fiba Europe Cup (2018) e una Coppa Italia (2020), dopo l’ammissione in Serie A (22 settembre 2011) da parte dell’Alta Corte di Giustizia Sportiva del Coni. Dodici anni dopo, alcuni dei protagonisti di quella promozione hanno riaperto lo scrigno dei ricordi. «Il primo anno in B/1 fu propedeutico per capire esattamente quello che serviva» racconta Dalmasson, attuale tecnico di Trieste, «arrivarono giocatori esperti, abituati a vincere, non partimmo bene anche perché non sempre è facile mettere insieme personalità così forti, poi infilammo dodici vittorie di fila arrivando al top nella doppia sfida con Brindisi». La Reyer si ritrovò in fondo alla classifica dopo sei giornate, a novembre uscì dal roster Massimo Guerra e arrivò Manuel Carrizo. «È stato uno dei periodi più belli della mia carriera» interviene l’italo-argentino, che ha smesso all’inizio dell’ultima stagione dopo aver provato con la Virtus Valmontone, «sapevo che non avrei più giocato in un squadra con quel tasso tecnico». «L’arrivo di Carrizo ci ha dato quell’equilibrio che mancava» aggiunge Alberto Causin, «era forse il tassello che mancava». Una squadra di grande esperienza con Rombaldoni e Ferri in cabina di regia, Tisato e Prandin esterni, poi Causin, Carrizo e Sartori, Farioli, Alberti e Persico sotto canestro, i giovani Crosera, Lazzaro e Nicolò Scarpa a completare il roster. La risalita iniziò contro Modena, il duello per il primo posto fu con Casalpusterlengo e Forlì, indimenticabile il finale di partita contro i romagnoli al Taliercio con Rombaldoni a realizzare i 7 punti del sorpasso in 32”.
«La volevo vincere quella partita» ricorda “Romba” che a 44 anni si è divertito ancora a giocare con il Basket Forlimpopoli, «ma non sempre la volontà si trasforma in realtà come quella sera. Quando iniziai l’ultima azione, Michelon quasi mi rubò il pallone, me lo ritrovai tra le mani e andai in penetrazione». La Reyer terminò al primo posto sbancando Forlì all'ultima giornata e approfittando della sconfitta di Casapusterlengo a Lumezzane, nei playoff eliminò prima Fidenza e poi Lumezzane. Il 29 maggio 2008 gli orogranata travolsero Brindisi (74-53) al Taliercio, imponendosi il 1° giugno anche in Puglia (72-63). «Dopo la sfida di Mestre» sottolinea Roberto “Bobo” Prandin, ultima stagione a Verona, «Brindisi provò a rimettere in piedi il confronto nel primo quarto, che però la Reyer chiuse avanti di 7 punti, a quel punto i pugliesi tirarono i remi in barca, pensando allo spareggio con Trapani che poi vinsero». «Avevamo mangiato troppa polvere nel corso della stagione» rincara Rombaldoni, «nessuno poteva avere una determinazione e una voglia superiore alla nostra». La Reyer organizzò in poche ore un charter per Brindisi, tanti volti di allora, presenti a Brindisi, sono ancora in orogranata (Brugnaro, Casarin, Billio, Sartori, il preparatore atletico Grespan, Matteo e Fabio Vianello, il dottor Novelli, Benedetti). «Brindisi non si aspettava uno strapotere simile da parte nostra» ricorda Mauro Sartori, «a 38 anni ho vissuto un’esperienza pazzesca come giocatore, come incredibili sono stati i festeggiamenti successivi». “Quella doppia finale è durata solo 50 minuti» conclude Causin, «alla fine del primo quarto al PalaPentassuglia la promozione era ormai nostra, ricorderò sempre lo spicchio di palasport occupato dai nostri tifosi, ma anche la grande sportività del pubblico brindisino». —
Michele Contessa
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