Renosto, un grande ritorno «Il Venezia è la mia casa»

MESTRE.
Il campo non gli mancava più di tanto, da tre anni aveva deciso di allontanarsi da un mondo in cui faceva fatica a districarsi, ma il richiamo del Venezia è stato troppo forte, così Edoardo Renosto ha deciso di accettare la proposta di Mattia Collauto e di occuparsi della preparazione atletica della Primavera di Nicola Marangon e dell’Under 17 di Maurizio Rossi. Un ritorno in arancioneroverde dopo 17 anni, dal giorno in cui lasciò il Venezia con Attilio Tesser per iniziare l’avventura tra i professionisti con il Sudtirol. «Stavo ultimando le vacanze in montagna, a Lorenzago di Cadore, quando sono stato contattato» racconta Renosto, «così sono sceso, ho parlato con Collauto e mi ha riacceso l’entusiasmo. Sono a casa, lavorare con i giovani mi è sempre piaciuto, il Venezia è cresciuto in maniera esponenziale nelle ultime stagioni con l’arrivo di Tacopina. Mattia sta svolgendo un gran lavoro nel settore giovanile, credo ci siano le fondamenta per migliorare in tutti i settori, anche in quello specifico della preparazione fisica e del recupero».
Dopo il biennio a Terni, durante il quale ha lavorato anche con Gianluca Litteri, Renosto aveva deciso di fermarsi. «Dopo 18 anni di attività insieme con Tesser, ho deciso di ritornare a casa. Con Attilio ho sempre un ottimo rapporto, ci sentiamo spesso, è stata una scelta personale di lasciare. Ero stanco di far parte di un mondo in cui non mi sentivo più a mio agio, dominato da ipocrisie e falsità. Credo che il calcio italiano abbia un patrimonio immenso, ma l’immagine che diamo è quella di questa estate: ricorsi, controricorsi, un campionato di Serie B iniziato che non sa ancora se sarà a 19 o a 22 squadre, la Serie C ancora senza gironi e calendari quasi a metà settembre».
Finché non è arrivata la chiamata del Venezia. «Ritornare a lavorare con i giovani, come ho fatto all’inizio della mia carriera, mi dà nuovi stimoli. Nelle scelte bisogna avere coraggio. Il mio accordo con il Venezia è per questa stagione, ma la possibilità di poter lavorare a lunga scadenza c’è. Ci sono le premesse per portare all’eccellenza il nostro settore giovanile».
Un anno nella Primavera con Geretto, quattro con Tesser, e per un giorno anche in prima squadra. «Ricordo, seppur a distanza di tanti anni, quelle ore: Attilio mi disse che era fatta, che saremmo passati alla prima squadra perché Zamparini aveva deciso di allontanare Novellino. Poi i giocatori fecero cambiare idea al presidente e noi rimanemmo alla Primavera».
Era l’autunno del 1998, poi arrivò Recoba e la storia del Venezia cambiò. «Poteva essere il nostro lancio in Serie A, ma poi ci siamo presi tante soddisfazioni insieme lontano da Venezia».
Qualche flash? «Beh, la doppia promozione con il Novara dalla Serie C alla Serie A rimarrà nella storia» ricorda Edoardo Renosto, «ma anche la salvezza con la Ternana è da cerchiare in rosso».
Renosto ha ritrovato un Taliercio rinnovato e ampliato. «È molto positivo che tante formazioni possano allenarsi nello stesso centro sportivo, a fianco della prima squadra. Non sono molte le società che hanno questa possibilità. Per questo dico che il Venezia ha potenzialità enormi. Ai miei tempi dovevamo girare tutta Mestre con le squadre giovanili in cerca di campi». —
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