Progetto Reyer Baby un nuovo primato: distribuiti 105mila kit a neonati... orogranata

MESTRE. Reyer, non solo basket, anche una finestra aperta sul sociale. E uno dei fiori all’occhiello del club orogranata è il progetto Reyer Baby, ideato nella primavera del 2007 da Luigi Brugnaro, che ha festeggiato il dodicesimo anno di collaborazione con gli ospedali delle province di Venezia, Padova e Treviso. Appuntamento l’altra sera al terzo piano del museo M9, in mezzo agli scatti di importanti fotografi italiani, tavoli imbanditi e palco per le premiazioni, oltre a festeggiare un traguardo storico: il superamento dei centomila kit (105.000) recapitati ai bambini nati in dodici ospedali (SS.Giovanni e Paolo a Venezia, dell’Angelo a Mestre, Dolo, Chioggia, Mirano, Portogruaro e San Donà, poi Padova Divisione e Ostetricia, Camposampiero, Piove di Sacco e Oderzo).
Presente anche Brugnaro, onori di casa a cura del presidente Federico Casarin, con la presenza dei coach Walter De Raffaele e Andrea Liberalotto, delle due squadre (assenti gli influenzati Kennedy e Bestagno, oltre a Washington). Direttori generali, primari, caposala e ostetriche hanno ricevuto riconoscimenti in vetro di Murano..

Progetto. Dodici anni di Progetto Reyer Baby, avviato nel marzo 2007 con i primi kit “Benvenuto al mondo”, destinati ai bimbi nati negli ospedali di Venezia, Mestre (all’epoca l’Umberto I), Villa Salus a Mestre, Dolo, Mirano e Chioggia, che aderirono subito all’iniziativa.
Poi nel corso degli anni si sono aggiunti altri ospedali: San Donà, Camposampiero e Oderzo nel 2008, Piove di Sacco nel 2013, Padova nel 2015 e Portogruaro nel 2015. I cofanetti “Reyer Baby” hanno al loro interno una maglietta da neonato della Reyer, una lettera che spiega l’iniziativa tradotta in cinque lingue e un coupon per ritirare un dono allo store della Reyer. Per ogni bambino è pronta anche una tessera Baby Supporter nominativa che consente l’ingresso gratuito alle partite della Reyer fino al compimento del dodicesimo anno di età. Al termine del primo anno erano già 4344 i cofanetti distribuiti, numero che si è dilatato nel corso degli anni (16.000 nel 2010, 25.000 nel 2011, 35.000 nel 2012, 80.000 nel 2016).
Palco. «È un progetto particolare» ha detto Casarin al microfono «è stato il primo segnale concreto che il progetto Reyer è rivolto anche al sociale». Poi è intervenuto anche Luigi Brugnaro, patron e sindaco, che è partito rivolgendosi alle due squadre della Reyer, esaltando la squadra di Liberalotto (“Ho visto una difesa straordinaria contro il Geas”) e bacchettando quella di De Raffaele (“Un suicidio a Brindisi”). «Lo sport ti riserva gioie e amarezze» ha aggiunto Brugnaro, «ma ti aiuta a crescere, si può vincere o perdere, ma bisogna sempre credere in quello che si fa, non solo nello sport, ma anche in famiglia e nel lavoro. Questo è un progetto in cui abbiamo creduto fin dall’inizio, trovando grande disponibilità nelle strutture ospedaliere». —
Michele Contessa
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