Morto Carlo Furlanis, ex Bologna Campione di Concordia Sagittaria

VENEZIA. Negri, Furlanis, Pavinato, Tumburus, Janich, Fogli, Perani, Bulgarelli, Nielsen, Haller, Pascutti. Il mago Herrera a sentire questi nomi diventava rosso di rabbia. Era l’unica squadra, il...

VENEZIA. Negri, Furlanis, Pavinato, Tumburus, Janich, Fogli, Perani, Bulgarelli, Nielsen, Haller, Pascutti. Il mago Herrera a sentire questi nomi diventava rosso di rabbia. Era l’unica squadra, il Bologna, che creava fastidi alla sua Inter nella prima metà degli Anni Sessanta. Ieri se ne è andato un altro pezzo, Carlo Furlanis. Dopo Bulgarelli, qualche anno fa, e Haller, l’anno scorso.

Furlanis era del 1939, si è spento dopo una lunga malattia. Nativo di Concordia Sagittaria, attaccatissimo alle sue radici, anche se aveva scelto la Toscana dopo la chiusura della carriera. Una carriera iniziata proprio con la Julia che allora (fine anni 50) aveva ancora la maglia gialla, prima di diventare nerazzurra. All’inizio faceva l’attaccante, divenne difensore quasi per caso. Un anno nel Portogruaro e poi il grande salto: a consigliarlo al Bologna fu Ballacci, storico difensore rossoblu che con il ruolo di giocatore-allenatore fece gli ultimi anni proprio nel Portogruaro. Ballacci oltrettutto riuscì a fargli cambiare idea, a desistere dall’intenzione di emigrare in Australia. Furlanis a Bologna non fu mai solo, i suoi grandi amici furono Cimpiel e Rado, due portieri originari delle sue stesse parti. Dipinto come un ragazzo timido e riservato, in realtà era sempre in prima fila nei momenti di allegria dello spogliatoio. Il suo nome è legato allo scudetto del 1964, vinto allo spareggio contro l’Inter, all’Olimpico. Faceva parte di un Bologna irripetibile, che un giorno fece dire all’allenatore Bernardini, poco incline ad esaltarsi, “così si gioca solo in Paradiso”, frase passata alla storia. In una tournée post scudetto, in Canada, un gruppo di concordiesi trasferiti per lavoro fecero oltre 300 km per salutarlo, e lui - come racconta Antonio Venturin, storico del calcio portogruarese - ottenne il permesso dall’intransigente Bernardini di passare la serata con loro. Giocatore di assoluta affidabilità, a volte ruvido ma mai scorretto, in un Bologna che prestava quasi tutti i giocatori alla Nazionale, Furlanis ebbe poche soddisfazioni azzurre, una sola presenza nell’Italia B, contro il Belgio. Lasciò la maglia rossoblù numero 2 a Tazio Roversi (un altro con destino crudele) e giocò nel Bari e nell’Empoli. Quando tutti credevano che avesse smesso, Carlo Furlanis era ancora in campo, in una squadretta di Seconda categoria, vicino a Monsummano, in Toscana, da centrocampista, dove giocò fino a 52 anni. Lo raccontò solo a pochi amici.

Carlo Cruccu

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