Miranese, la salvezza passa per Maurizio Rossi

MIRANO. Ancora tu, ma non dovevamo vederci più? Se fosse una canzone bisognerebbe scomodare un mostro sacro come Battisti per riassumere gli ultimi due mesi della Miranese. Da poco più di una settimana Maurizio Rossi è tornato sulla panchina bianconera e all’esordio, se così si può chiamare, ha subito trovato una vittoria fuori casa che ha ridato morale all’ambiente e ha permesso alla squadra di rientrare nella zona playout. Il 2014 per l'allenatore fiorentino non si era, però, aperto nel migliore dei modi, con la notizia dell'esonero il giorno della befana: «È stato un esonero strano, la società ha voluto dare una scossa, io ho dovuto accettare la scelta e ho lasciato la squadra a sei punti dalla salvezza per ritrovarla a dodici».
Due mesi vissuti da miranese ma senza la Miranese, in questo periodo il mister non é però rimasto con le mani in mano: «Ho seguito da esterno la squadra interessandomi settimanalmente dei risultati, dopo tre anni e mezzo la considerazione per la società e la stima per i ragazzi non poteva certamente mutare. Ho poi continuato a seguire altre partite di varie categorie per tenermi aggiornato e continuare a respirare calcio».
Si arriva poi al 4 marzo, con la compagine bianconera che si assesta al penultimo posto, ma vede pericolosamente allontanarsi la quint’ultima, le dimissioni al termine della gara interna con la Fossaltese dell'allenatore Giovanni Pelligra. «Dopo le dimissioni del mio successore la squadra ha fatto una richiesta alla società chiedendo il mio ritorno in panchina. La dirigenza, rispettando la volontà dei giocatori e responsabilizzandoli, ha assecondato e condiviso questa scelta. Il conseguente incontro con la società ha dimostrato che i ragazzi erano ancora convinti di raggiungere la salvezza e io, credendo in loro, ho accettato di ritornare».
La notizia all’interno dell'ambiente bianconero è stata ben accolta da tutti e già, nella prima settimana, si respirava un’aria diversa. Dimostrazione di questo è stata la partita di domenica a Codognè, dove la squadra ha risposto sul campo portando a casa tre punti fondamentali. L'allenatore ha confermato a parole quello che i suoi ragazzi avevano fatto in campo: «La partita è stata interpretata nel migliore dei modi, si è visto quanto i ragazzi tengano a uscire da questa situazione difficile e salvarsi». Ora bisogna guardare avanti, fissare un obiettivo ben definito è difficile, ma le ultime parole del mister sono semplici ma non banali: «Ai ragazzi questa settimana ho detto che non abbiamo un domani, da qui alla fine del campionato abbiamo altre sette partite, tutte importanti e tutte difficili, ma se i presupposti sono quelli di domenica possiamo provare a fare l'impresa».
Andrea Giana
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