Marco Berti e Caroline Schmitt dall’Himalaia con amore

Lui veneziano, lei parigina, sposati dallo scorso 6 aprile, attualmente impegnati nella scalata del Langtang Ri (7206 metri), nel nord del Nepal, ai confini col Tibet



C’è sempre una prima volta, anche per chi ha scalato montagne in tutto il mondo, ha partecipato a decine e decine di spedizioni, aperto nuove vie, condiviso esperienze con persone diverse. Marco Berti e Caroline Schmitt hanno alle spalle molte avventure alpinistiche in compagnia, ma quella che stanno affrontando è la prima da marito e moglie, dopo il matrimonio avvenuto il 6 aprile ed è la prima tra le vette himalaiane per Caroline Schmitt. Un veneziano di Cannaregio e una parigina, accumunati dalla stessa passione per la montagna, divisi tra la casa di Dolo e quella di Borca di Cadore, dove il piccolo Marco ha iniziato ad appassionarsi per vette, cime e sentieri, oltre a girare l'Italia per conferenze e congressi. Ecco, allora, “Langtang Ri Expedition 2019” per Marco Berti e Caroline Schmitt, che si sono incontrati per la prima volta nel 2015 in occasione di una conferenza dell’alpinista veneziano, poi hanno iniziato a scalare insieme: prima da amici, poi come coppia.

La montagna. «Abbiamo scelto il Langtang Ri» spiegato Marco Berti, «una montagna nascosta, lontana da sentieri battuti. Si trova all’estremo nord del Nepal e segna il confine con il Tibet. Saliremo in uno stile tipicamente alpino, con pochi aiuti esterni, una cordata autonoma supportata da un campo base, senza fare uso dell’ossigeno e installando il minimo indispensabile di corde fisse, in pratica solo quelle utili alla nostra sicurezza». Con i suoi 7.206 metri, il Langtang Ri è la 106ª montagna più alta del mondo, la prima ascesa risale 10 ottobre 1981, dal campo base (5.325 metri), i due alpinisti dovranno coprire un dislivello di circa 1.880 metri. «Percorreremo valli e ghiacciai del Nepal poco conosciuti e in parte inesplorati, tanto che abbiamo incontrato qualche difficoltà anche a reperire materiale fotografico o resoconti d’epoca».

Diario. Una spedizione che sarà griffata con le sensazioni e le emozioni trascritte a quattro mani in un diario. «E così si parte. È la 26ª spedizione» ha scritto dall’aeroporto Marco Berti, «per Caroline la prima. La prima partenza è la più bella, ma anch’io, attraverso lei, la sto vivendo con una nuova emozione».

Sotto, le aspettative di Caroline Schmitt. «Dopo tanti preparativi e allenamenti, siamo finalmente arrivati al giorno della partenza. Non riesco ancora a immaginare la città, la gente e le montagne di dove andrò. Lasciatemi arrivare, poi vi racconterò». Marco Berti e Caroline Schmitt hanno raggiunto in aereo Kathmandu, città dove l’alpinista veneziano ha vissuto per tanti anni.

Resoconto. Il progetto sarà completato dalla stesura di un libro che racconterà il percorso alpinistico, ma anche quello umano e storico con oltre 40 anni di alpinismo attraverso i protagonisti e i personaggi che hanno ispirato Marco Berti e Caroline Schmitt. A cominciare dallo svizzero Toni Hagen e dal britannico Bill Tilman, i due esploratori che, tra gli anni ’30 e gli anni ’50, hanno percorso le valli e superato le vette che saranno l’area di esplorazione per i “nostri”. Tra l’altra, l’alpinista veneziano ha conosciuto nel 1999, proprio a Kathmandu, Hagen (scomparso nel 2003 a Lucerna a 85 anni), e possiede una picozza, regalatagli da un vecchio sherpa della spedizione sull’Everest nel 1938 guidata da Bill Tilman. —



Riproduzione riservata © La Nuova Venezia