Maradona, Tardelli e gli altri i fenomeni raccontati attraverso maglie e scarpini

l’evento CHIOGGIA La maglia biancoceleste di Maradona accanto alla verdeoro di Pelè per gli appassionati di calcio è come ammirare contemporaneamente la Gioconda di Da Vinci e la Primavera del...

l’evento

CHIOGGIA

La maglia biancoceleste di Maradona accanto alla verdeoro di Pelè per gli appassionati di calcio è come ammirare contemporaneamente la Gioconda di Da Vinci e la Primavera del Botticelli. Le casacche degli alieni del football di tutti i tempi sono due dei 200 cimeli che si possono ammirare al museo itinerante del calcio, griffato Aics, a Chioggia (entrata libera) per tutta la durata della Sagra del Pesce. Non solo, ma di Pelè c’è pure la maglia bianca del Santos, il club che lo ha accompagnato per quasi tutta la sua carriera, mentre di Maradona ci sono pure quelle dell’Argentinos Juniors, la sua prima squadra, e quella azzurra del Napoli con la quale conquistò due storici scudetti.

Non si può passare indifferenti nemmeno dinnanzi alla mitica 14 orange di Johan Cruijff del mondiale tedesco del 1974, l’unica ad avere solamente due delle tre strisce che normalmente contraddistinguono Adidas, per ragioni di sponsor. E ancora la bianca della nazionale teutonica di Gerd Muller che quel mondiale addirittura lo vinse segnando un gol in finale proprio agli olandesi. La rossonera del Flamengo di Zico e quella dell’Internacional di Falcao.

Poi c’è il pezzo da urlo, in tutti i sensi, perché si può ammirare la maglia azzurra che indossava durante la finale dei mondiali del 1982 Tardelli, reso famoso da quell’urlo dopo il suo gol che fece addirittura concorrenza ad un altro urlo molto famoso del Novecento e che è custodito al museo di Oslo: l’urlo di Munch. Non solo le maglietti ma anche i palloni che hanno segnato la storia dei Mondiali dal 1930 ad oggi, oppure gli scarpini che diedero vita alla grande rivalità dei fratelli Adolf, detto Adi, e Rudolf Dassler, rispettivamente i fondatori dei celebri marchi Adidas e Puma.

C’è anche un ricca sezione dedicata al calcio locale. Non poteva mancare l’omaggio al grande Torino e ai fratelli Aldo e Dino Ballarin, ma anche i ricordi degli ex calciatori come Franco Cerilli, Corrado Penzo e Marco Scarpa, premiati durante l’inaugurazione dal vecchio talent scout Alessandro Boscolo Pevare, assieme ai tre campioncini in erba dell’Inter, Duse, Cester e Boscolo Chio. Ideatore e fondatore del museo è Luigi Carvelli che, nella sua collezione privata, può contare su ben 2.500 pezzi. «Per me non c’è un pezzo che abbia maggior valore rispetto ad un altro», spiega, «Ogni maglia ha un’anima. Io per esempio sono molto legato alla maglia che mi regalò Lorenzo Laverone, ex Avellino, ma capisco che quelle di Maradona e Pelè siano le più ammirate». —



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