L’impresa di Duprè e Mioni Una corsa folle nel Sahara

MARTELLAGO. Barbara Duprè e Giuseppe Mioni, atleti del Brema Running Team di Martellago, hanno partecipato recentemente alla Sahara Marathon, che si svolge nel Sahara occidentale tra i campi profughi del popolo Saharawi. Un'impresa sportiva importante, ma soprattutto un'esperienza eccezionale. I corridori sono stati 139 ed ospitati per sette giorni nelle “case” di questo popolo.
Cosa ha rappresentato quello straordinario ambiente naturale che è il deserto?«Il deserto significa tanto», spiega Duprè, «un insieme di emozioni e sensazioni che a parole è sempre difficile poter spiegare. Significa libertà, spazi infiniti, energia positiva. La maratona è stata la cornice di un bel quadro, dominare una natura così ostile ti spinge a fare cose più grandi di te. E soprattutto, a riconoscere i veri valori della vita di questo popolo che vive in esilio da 35 anni». «Correre nel deserto è stupendo», dice a sua volta Mioni, «nessun suono, nessun rumore. È una sensazione difficile da spiegare; favorisce l’attività introspettiva, la riflessione oltre che la fatica…La sera poi ti regala il primo momento magico: il tramonto del sole dietro le dune, la notte non è da meno, con lo spettacolo del cielo illuminato da milioni di stelle. La sensazione di autenticità, unita alla bellezza del luogo, rende l'esperienza indimenticabile».
Avete raccolto un’esperienza di vita molto forte. Storie di bambini, donne abbandonati in un deserto infernale. «Abbiamo portato un po' di allegria, la nostra presenza era molta gradita. Ogni casa si presentava ordinata», risponde Duprè, «e accogliente, dormivamo su materassi di gomma piuma. Le donne accendevano l’incenso e preparavano il tè con un rituale che poteva durare alcune ore. Avevano a disposizione un vassoio, bicchieri, teiera e zucchero per offrire del tè a qualunque ora». All'esperienza sportiva estrema», chiosa Mioni, «ho deciso di aggiungere qualcos'altro: la voglia di solidarietà verso chi soffre e chi dalla vita ha avuto meno di noi. Chi va a correre la Sahara Marathon porta a casa ricordi indelebili, non soltanto sportivi. Questa non è una corsa come le altre».
Il risultato finale della maratona vi soddisfa? «Sono arrivata quarta assoluta nella classifica femminile», risponde Duprè, «con il tempo di cinque ore». «Sono arrivato 62esimo su 139 partecipanti», dice Mioni, «ho impiegato anch’io cinque ore, ma questa esperienza mi serviva per conoscere più da vicino la storia di questo popolo».
Giancarlo Noviello
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