Lezzerini, 25 anni in solitudine «Avrò tempo per festeggiare»

Compleanno anomalo, senza parenti e amici, domani per il portiere del Venezia  che sfoglia l’album dei ricordi: «Devo molto a Sousa. Quel reality? Non lo rifarei»

MESTRE

Roma, Firenze e Venezia: città d’arte nella carriera di Luca Lezzerini. Il portiere compie domani 25 anni, sarà un compleanno anomalo, in solitudine a casa, anche se non mancheranno messaggi e video, da familiari, fidanzata e compagni di squadra. «Domani? Sarà un compleanno particolare, senza vedere gli affetti più cari, non sarà un’atmosfera da ricordare, però è nulla in confronto a quanto sta avvenendo in Italia, in Europa, nel mondo. Avrò tempo per festeggiare altri compleanni in compagnia quando sarà passata questa emergenza».

L’inizio. Romano della capitale, zona Tor de’ Cenci. «Ho iniziato col calcio, ma poi sono cresciuto tanto di statura, a scuola sono passato al basket, mi piaceva, finché mio nonno Marcello non mi spinse a ritornare al calcio. Non ho iniziato giocando in porta, quando sono andato a effettuare il provino con la Lazio era una giornata da lupi, pioggia e vento, andai porta , mi divertii tantissimo, di qui la scelta».

Fiorentina. Dalla Lazio alla Fiorentina, un salto notevole per un ragazzo di 14 anni che presto si sarebbe trovato a vedere da vicino allenatori come Mihajlovic, Prandelli e Paulo Sousa. «Romanista o laziale? Sono un amante del calcio nel suo complesso, mi piace vedere partite, me ne sono andato che ero giovane da Roma, non si sente nemmeno più la cadenza quando parlo». Firenze gli apre un mondo nuovo. «La mia vita è cambiata radicalmente, ho iniziato a gestirmi da solo». Una promessa, così veniva indicato Luca Lezzerini che vince con la Fiorentina la Supercoppa Italiana Primavera nel 2011. L’anno dopo, insieme ai compagni di squadra, partecipa al documentario-reality Calciatori Giovani Speranze nel 2012 e 2013. «Un’esperienza, oggi non la rifarei più, eravamo considerati più come attori che come calciatori». Nella prima stagione c’era anche Bernardeschi (Juventus), poi Empereur (Verona), Gondo (Salernitana) e Capezzi (Albacete).

Allenatori. In viola, il giovane Lezzerini ha trovato Mihajlovic, Prandelli e Paulo Sousa. «Il tecnico portoghese è quello che più ho avuto vicino, mi ha preso sotto la sua protezione, ero un ragazzino e mi ha permesso di crescere anche come persona». Oltre a farlo esordire in Serie A l’1 dicembre 2015 quando sostituì a 20’ dalla fine l’infortunato Tatarusanu, e giocando poi titolare con la Lazio nell’ultima gara del campionato. Nella stagione successiva arriva anche il debutto il Europa League contro il Paok Salonicco. «Mihajlovic? Ero un ragazzino, ha una grandissima personalità. Prandelli? Mi ha regalato il sogno di una convocazione in Nazionale quando ero Allievo nella Fiorentina»”. Era il maggio di otto anni fa, l’Italia iniziò a preparare l’Europeo in Polonia e Ucraina, l’ex tecnico del Venezia chiamò Lezzerini non potendo ancora disporre di Buffon, Sirigu e De Sanctis.

Portieri. «In questo momento i due migliori sono Allison e Oblak. Il brasiliano del Liverpool è anche bravissimo con i piedi, lo sloveno dell’Atletico Madrid è completo, tra i pali inarrivabile».

Pollo. La sosta forzata e la solitudine ha riportato Luca Lezzerini davanti ai fornelli. «Mi piace cucinare, per me e per gli amici, adesso faccio di necessità virtù. Il piatto che mi riesce meglio? Il pollo al curry, i miei amici ne hanno fatto un’indigestione».

Promessa. Lezzerini si sta ritagliando un ruolo da protagonista, dopo che la parabola di grande promessa sembrava puntare al basso. «Quando sei giovane, ti aspetti sempre di più, vivi il presente con maggior apprensione. Ora sono tranquillo, il Venezia mi sta permettendo di esprimermi con continuità, vivo intensamente il presente con un un occhio rivolto al futuro».

Infortunio. Lezzerini tornerà a disposizione di Dionisi alla ripresa del campionato, dopo l’infortunio rimediato nei minuti di recupero contro l’Entella. «Il colpo preso ha provocato una lesione che non mi ha consentito di stare in campo al 100%, non riuscivo ad esempio a buttarmi a terra. Quell’infortunio non ci voleva, volevo chiedere il cambio ma mi sono subito reso conto che li avevamo esauriti. Purtroppo è arrivato il pareggio dell’Entella, che non avremmo mai subìto senza quell’infortunio». —

Michele Contessa

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