L’ex campione mondiale Oliva racconta la sua carriera

MESTRE. L’hotel Bologna ha ospitato la consueta serata conviviale del Panathlon Club Mestre, che ha visto la presenza in qualità di ospite d’onore del grande campione di pugilato Patrizio Oliva,...
MESTRE. L’hotel Bologna ha ospitato la consueta serata conviviale del Panathlon Club Mestre, che ha visto la presenza in qualità di ospite d’onore del grande campione di pugilato Patrizio Oliva, medaglia d’oro alle olimpiadi di Mosca 1980 e campione del mondo professionisti nella categoria superleggeri. Con Oliva erano presenti anche il mestrino Francesco De Piccoli, campione olimpico alle olimpiadi di Roma 1960 nella categoria dei pesi massimi e i giovani campioni dell’Union Boxe Mestre, il supermassimo Dmytro Tonishev e il gallo Alberto Cilia. Il grande campione napoletano, soprannominato “Lo sparviero” ha raccontato alcuni episodi salienti della sua splendida carriera, accompagnato da un video.


«Partendo dal mio soprannome “Sparviero” , posso rivelare che mi fu affibbiato da un giornalista del Corriere dello Sport», ha detto Oliva, «in quanto sosteneva che, come il rapace, aspettavo il minimo errore del mio avversario per poi colpirlo in velocità. Forse era vero perché la mia boxe era tutto basato sulla velocità cercando sempre di evitare la bagarre e colpire d’incontro. Così sono riuscito a vincere le Olimpiadi e poi, nel marzo del 1986, a conquistare il titolo mondiale contro l’argentino Ubaldo Sacco al termine di 15 riprese massacranti. Fu un grande giorno per me essere diventato campione del mondo. Un’esperienza che mi porto dentro e che cerco sempre di spiegare anche ai ragazzi che spesso vado a trovare nelle carceri minorili per insegnare e far capire che con il pugilato si può arrivare in alto e abbandonare la cattiva strada».


Il cinquantottenne campione napoletano non ha risparmiato qualche frecciatina sulla Federazione e in particolare su una nomina recente. «Nel 2019 si svolgeranno le Universiadi a Napoli e francamente non ho capito perché sia stato nominato come referente tra le Federazioni e le Universiadi l’ex calciatore Marco Tardelli che, primo, non è napoletano, e poi ha fatto parte di una disciplina, mai stata in sintonia con i valori olimpici».


Valter Esposito


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