La ricetta di Bernardi per essere vincenti «Se non punti al top lascia perdere subito»

L’ex pallavolista soprannominato “Mister Secolo” oggi è allenatore e racconta la sua eccezionale carriera sportiva in un volume 

il personaggio



«È una balla che l’importante è partecipare. L’importante è vincere. Di partecipare non frega niente a nessuno, e non solo nello sport. Se non puntate alla vittoria, siete già sconfitti, allora tanto vale lasciar perdere subito». Lorenzo Bernardi, ex pallavolista, ora allenatore, ha molti talenti ma fra questi non c’è il politicamente corretto.

Con frasi brevi che suonano come sentenze, racconta di sé e della sua carriera sportiva nel volume “La regola del 9. Come sono diventato Mister Secolo” (ROI Edizioni,18 euro). È fiero di essere stato eletto dalla FIVB (Fédération Internationale de Volleyball), nel 2001, “Miglior giocatore di pallavolo del XX secolo”: a conferma di essere considerato uno dei migliori giocatori di tutti i tempi. Lo dicono, in modo del tutto diverso tra loro, anche le esperienze con le squadre venete: il Petrarca (allora Americanino) Padova, nella stagione 1984/1985 e il Volley Treviso (1990-2002).

PADOVA INFELICE

L’anno padovano non è tra i più felici: «A Padova fa un caldo pazzesco. Iniziare la preparazione con la prima squadra è massacrante. Il centro sportivo e l’Antoniano, il collegio dove sto, sono a Prato della Valle dentro l’enorme parco dell’Antoniano. Ci sono piante ovunque, un’umidità che ti ammazza. Poi arriva l’autunno, e la nebbia che ti piomba addosso come un muro. Ti alzi con quel muro davanti che rimane lì finché non vai a dormire». Il clima della città del Santo non giova al giovane trentino, che non esce dai limiti del suo piccolo mondo sportivo. «Fuori dall’Antoniano per me esistono solo la basilica del Santo, la scuola e Paccagnella, che è il posto dove pranzo e ceno con gli altri ragazzi della squadra che vengono da fuori come me». Il disagio si trasforma in richiesta d’aiuto alla madre, che non esita ad aumentare la frequenza delle sue visite. Soprattutto quando il malessere psicologico si tramuta in febbre, un’influenza persistente che il medico di famiglia cura più con le parole che con i farmaci: «Mancano pochi mesi, a maggio finisce tutto. Poi hai la tua Nazionale e vedrai che piano piano troverai una nuova strada».

Una strada che si chiama Panini Modena, per la quale Bernardi lascia più che volentieri una città che era diventata per lui una prigione di nebbia e solitudine.

TREVISO CASA

Sarà un’altra città veneta a dare maggiori soddisfazioni allo schiacciatore: Treviso, a cui approda nel 1990 e con cui giocherà per ben 13 stagioni, centrando una serie di successi fortemente voluti dall’allora presidente Gilberto Benetton, con cui Bernardi si trova a condividere la filosofia di gioco: «Qui a Treviso arrivare secondi vuol dire perdere. Non basta arrivare in finale. Qui conta solo vincere». E le vittorie arrivano eccome: nove campionati italiani, cinque Coppa Italia e tre Super Coppa. E poi traguardi personali: il matrimonio con la fidanzata Rossana, la nascita del figlio Riccardo, una casa con un angolo dedicato ai trofei e la maglia numero 9 appesa al Palaverde. Un periodo felice che si chiude con amarezza: una causa per una diagnosi sbagliata intentata alla Usl di Treviso, che finisce in un nulla di fatto; il rapporto con la squadra che si incrina in modo irrimediabile. «Ho imparato che l’unica cosa da fare quando si cade da così in alto e ci si fa così tanto male è rialzarsi e ricominciare a puntare al meglio».

Una volta terminata l’attività agonistica nel 2007, Bernardi diventa tecnico e mette a disposizione degli altri la sua grande esperienza di gioco. «Come sportivo, hai una scadenza. Quando esci dal campo, non c’è più la rete, il nemico non ha più una maglia per identificarlo. È un po’ come se l’unico avversario da sconfiggere diventasse la vita. Non perché lo sia davvero, ma perché devi affrontare qualcosa che non hai mai affrontato da solo: la quotidianità». Una quotidianità che diventa inevitabilmente di successo: nel 2009 porta la Nazionale B all’oro nei Giochi del Mediterraneo. Poi, con la sua squadra attuale, il Perugia, conquista il triplete: scudetto, Supercoppa e Coppa Italia. Inarrestabile Bernardi: con la sua presunzione e antipatia – per sua stessa ammissione – con le sue parole, dirette come una schiacciata. «Si partecipa per vincere, altrimenti non ha senso». —





Riproduzione riservata © La Nuova Venezia