La bella corsa di Joel alla mezza maratona È primo a Treviso per aiutare gli orfani

La corsa solitaria del keniano Joel Kipkenei Melly, che prende il comando già prima di Ponte de’ Pria e vede l’unico avversario realistico, il connazionale Henry Kimani Mukuria, stoppato alla vigilia per un problema di visto. E le lacrime di gioia della trevigiana Beatrice Scarpini, che dal judo è passata alla corsa, limando 5’ al personale nella terza 21 km della carriera. Sono le fotografie simbolo della Mezza di Treviso 2019 e non solo perché ritraggono i due vincitori della sesta edizione. I loro volti tradiscono emozioni che vanno oltre lo sport: Joel fa parte del Team RunTogether, i guadagni per la vittoria aiuteranno orfanotrofi e scuole del suo Paese; Beatrice è un esempio di tenacia: da judoka s’è reinventata podistae quell’abbraccio con il nonno all’0arrivo ricorda come la famiglia sia sempre il primo sostegno.
Facendo ordine: 2.900 arrivati (iscritti 3.450), 2.074 per la Mezza e 790 per la 10 K. Non sono numeri-record ma ben testimoniano l’appeal di una corsa che attrae concorrenti dalla Scandinavia - il norvegese Martin Hetland Strand, il più giovane con i suoi 18 anni - e da ogni angolo della Penisola. Un successo che trova forza nelle 18 nazioni e 330 società rappresentate, al punto da suggerire all’organizzatore Salvatore Bettiol, ex maratoneta e anima di Montello Runners – ieri doppiamente soddisfatto per l’exploit della "sua" Scarpini - di alzare l’asticella: martedì è stata depositata la candidatura per il Tricolore 2020. L’edizione 2019 ha mantenuto invariato il tracciato, entrando al Sant’Artemio, toccando Carbonera e Silea. Con la Restera a costituire il più bel biglietto da visita. Toccante la storia della 59enne friulana Silvia Furlani, affetta da sclerosi multipla ma vogliosa di portare a termine la prova: impresa compiuta, partendo quasi 4 ore prima degli altri. Suggestivo il fiume variopinto dei partenti, con la solita allegria della non competitiva, fatta di mamme accompagnate dai figli. O di fidanzati che concludono a braccetto.
Primi posti ufficiosi (non c’è classifica) per il 21enne mestrino Matteo Finco, studente universitario di Scienze dei Materiali e ieri in casacca MoohRun, e la 46enne vittoriese Stefania Bonotto, commessa in un negozio d’abbigliamento.
Ma la corsa vera è quella dei 21 km, con il monologo in 1h05’07” di Joel Melly, 31enne della Rift Valley: a 24 ore dal record del connazionale Kipchoge a Vienna (prima volta sotto le 2h nella maratona), “difende” la tradizione degli altipiani del Kenya, riportando la sua nazione in trionfo in viale D’Alviano dopo tre anni. Il friulano Francesco Nadalutti, 40enne consulente del lavoro, e Matteo Penazzato, 35enne di Fiesso titolare di un’azienda d’impianti elettrici, a seguire. L’ex ciclista di Fiesso supera una crisi al 16° km (guai intestinali) e recupera su Nadalutti, ma quest’ultimo, altro ex amante del pedale, piazza la stoccata decisiva ai 2 km, centrando la piazza d’onore. Festeggia in solitudine pure Scarpini, 22enne di Preganziol: genitori ex judoka come lei, gli zii ex rugbisti. Completa la fatica in 1h22’03”, demolendo il primato di 1h27’ stabilito alla Mezza di Bologna. Sale sul podio con la vicentina Marta Fabris e la veneziana Erika Michielan. —
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