Juventus, tre punti sotto l’albero Allegri a -4 dalla zona Champions

Cagliari superato per 2-0 allo Stadium. Decidono le reti di Kean e Bernardeschi I bianconeri non incantano ma salgono ancora e raggiungono il quinto posto
Antonio Barillà

Torino

Il tribolato 2021 bianconero si conclude con una vittoria double face: poco tranquillizzante sul piano del gioco, ricca di speranze per gli effetti in classifica. La Juve fatica oltre il lecito contro un Cagliari che bada solo a difendersi, passa con Kean dopo aver sbattuto contro un muro, rischia grosso nelle uniche due sortite avversarie e respira solo nel finale con Bernardeschi (2-0), però i tre punti permettono di avvicinare l’Atalanta fermata a Marassi dal Genoa, così la zona Champions dista adesso 4 lunghezze.

I primi 40’, in particolare, sono un résumé di difetti ormai noti: possesso straripante, controllo assoluto e tuttavia una sola palla-gol. La confeziona Cuadrado e la rifinisce Kean, l’incornata a colpo sicuro s’infrange sul palo. Per il resto zero tiri nello specchio, esattamente come il Cagliari attendista, imperdonabile nell’atteggiamento rinunciatario benché intelligente nella disposizione. Conscio della funzionalità del tridente sperimentato a Bologna, con Bernardeschi e Kean larghissimi, Mazzarri ribattezza infatti Bellanova terzino, abbassandolo sulla linea difensiva. Sulle corsie intasate, oltre ai due esterni, s’impantana Cuadrado che pure è libero di spingere, mentre Morata finisce intrappolata dalla difesa che depenna Caceres e Godin.

Potrebbero soccorrere verticalizzazioni e lanci lunghi, ma l’anomalo centrocampo (Arthur fra Bentancur e Rabiot) non ha brio e le parabole di Bonucci non suppliscono. Morale, la puntigliosità dei sardi confina con le idee annebbiate e la sterilità della Juventus: il risultato è una partita noiosa che non scalda neanche un po’ i coraggiosi undicimila che sfidano il gelo dell’Allianz. Al 40’, però, Bernardeschi si avventura in un’azione personale e Kean, avventandosi sul lancio, punisce Cragno. I due azzurri sono fra i più attivi, anche se rischiarare il gioco è faticoso: nemmeno dopo il vantaggio la manovra si scioglie, incidono appena la maggior tranquillità e l’energia di McKennie che sostituisce Rabiot.

Il Cagliari, oltretutto, pur obbligato a rincorrere, non si scuote: certo il senso unico del match rispecchia una differenza di valori esorbitante, ma restano inammissibili la passività, l’incapacità di osare, la rinuncia a qualsiasi tentativo di mettere a frutto la qualità di Joao Pedro. Ad alimentare il rimpianto, l’imbambolamento bianconero nell’unica circostanza in cui sboccia un’azione degna: combinazione Bellanova-Pereiro, discesa e centro basso per Dalbert che, davanti a Szczesny, incredibilmente manda fuori. Mazzarri gioca allora la carta Pavoletti, intravvede spiragli e prova a insinuarsi: sta quasi per esultare quando Zappa crossa per Joao Pedro ma Szczesny vola sul suo colpo di testa.

Gocce di coraggio e piccole paure cancellate dal primo gol stagionale di Bernardeschi, dirottato nel frattempo a sinistra dopo l’ingresso di Kulusevski che griffa l’assist. Fine dei giochi, fine d’un anno tribolato: si ripartirà alla Befana con la sfida al Napoli, primo di una serie di scontri diretti cui Allegri, non proprio sereno ma sollevato, affida le speranze di rimonta. —





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