«Io con la febbre da stress. Prima della gara piangevo, ho avuto paura di non farcela»

Federica Pellegrini ringrazia i tifosi: "I loro incitamenti mi hanno spinto dall’inizio alla fine". Il medico e il ct Castagnetti l’hanno aiutata a vincere l’emozione
ROMA
. Fede, hai visto che cos’hai fatto? Medaglia d’oro, la seconda consecutiva per l’Italia (abbiamo già un bottino superiore a Melbourne 2007) e nuovo record del mondo... «Sono contentissima dopo tutto quello che è successo in questo 2009. Molti di voi sanno le traversie che ho passato, per cui non era facile gareggiare sui 400 metri, al primo giorno del Mondiale poi. Il risultato è storico, la medaglia d’oro importantissima. Eppure...».


Eppure, qual è il retroscena stavolta?

«La mia presenza in finale è stata in dubbio sino a 10 minuti prima della chiamata. Avevo la febbre, ho ascoltato solo la musica dell’iPod e da lì ho ritrovato la concentrazione per dire a me stessa: no, mi sono allenata bene dall’inizio dell’anno e allora perchè buttare via questa gara? Così ho ritrovato la motivazione giusta. E’ caduto il muro dei 4’, è una gara che resterà nella storia e sono orgogliosa di questo».


Torniamo per un attimo al momento in cui ti sei sentita la febbre addosso. Che è accaduto in quei frangenti?

«Quando sono tornata nella mia camera, mi sono messa sotto le coperte per riposare un’ora. Non ho voluto usare il termometro, ma avevo una tensione incredibile addosso. Al rientro al Villaggio, ho parlato con il medico. “Buttati in piscina - mi ha detto - l’acqua è fredda e ti aiuterà. Probabilmente è solo una questione di tensione”. Ho guardato Alberto (Castagnetti, ndr), ero in lacrime. Mi ha tranquillizzata, invitandomi pure lui ad entrare in vasca. Avevano ragione: la febbre, dopo il riscaldamento, è passata. Si trattava solo di stress, ma ho avuto paura di non farcela».


Le dichiarazioni polemiche rilasciate prima del Mondiale le confermi anche ora? Vale a dire che, se avessi perso, qualcuno, lontano da occhi e orecchi indiscreti, avrebbe gioito della tua sconfitta?

«Ero sicura che il pubblico sarebbe stato dalla mia parte. Quando ho visto tutte quelle persone che urlavano il mio nome, mi sono caricata. Le ringrazio, ho avvertito la loro spinta dall’inizio sino a quando ho toccato la piastra. Poi mi hanno regalato una maglietta (e la fa vedere, ndr) in cui è scritto “Non smettere di farci sognare”. Quanto alle frasi di qualche settimana fa non erano riferite ai tifosi, ma a chi sta dietro le quinte».


Di solito parti fortissimo, invece sei uscita alla distanza.

«Ho fatto la gara sulla Jackson, che ha patito il mio ritmo ai 200 metri. Ero sicura che, se mi fosse rimasta attaccata così, avrebbe pagato dazio».

Cosa ci dobbiamo aspettare adesso? Un Mondiale targato Federica Pellegrini?

«Ci spero, ovviamente. L’importante era rompere il ghiaccio. La gara più difficile è passata. Mi auguro che ora vadano bene i 200 (mercoledì, ndr), è la distanza che sento più mia». (s.e.)

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