«Il mio Venezia partì malissimo ma poi si salvò»

L’augurio di Valtolina, l’esterno di Novellino nel tridente con Maniero e Recoba: «I ragazzi stiano tranquilli»
Michele Contessa
Udinese's Ignacio Pussetto (R) tries to score a goal hindered by Venezia's Mattia Caldara (L) during the Italian football Serie A match Udinese Calcio vs Venezia FC at the Friuli - Dacia Arena stadium in Udine, Italy, 27 August 2021.ANSA/ETTORE GRIFFONI
Udinese's Ignacio Pussetto (R) tries to score a goal hindered by Venezia's Mattia Caldara (L) during the Italian football Serie A match Udinese Calcio vs Venezia FC at the Friuli - Dacia Arena stadium in Udine, Italy, 27 August 2021.ANSA/ETTORE GRIFFONI

Venezia

Quattro anni al Venezia, tra il 1998 e il 2002, 112 presenze e 12 reti (tra cui una delle tre siglate nella partita promozione di Ravenna), uno dei pochi a vivere l’epopea degli ultimi tre campionati in Serie A, comprese la salvezza nel 1999 e la nuova promozione nel 2001. Fabian Valtolina, 50 anni, ha smesso di correre sulla fascia, adesso insegna calcio all’Aldini, società satellite del Milan, guidando la squadra del 2008, e girando l’Europa con i camp rossoneri, ultimi viaggi in Montenegro e in Bosnia Erzegovina.

«Ho provato ad allenare anche i “grandi», ha spiegato Valtolina, «mi diverto molto di più con i ragazzini».

Sorpreso della promozione del Venezia?

«No. Quando ho visto giocare la squadra a inizio stagione ho subito avuto la sensazione che, non solo avrebbe raggiunto facilmente la salvezza, che era l’obiettivo che tutti sbandieravano, ma che continuando così non poteva mancare l’approdo ai playoff. Come è puntualmente accaduto».

L’inizio della nuova stagione è stato traumatico.

«Deve essere messo in preventivo, il salto dalla Serie B al massimo campionato si sente. Poi, da quanto ho letto, a Napoli la squadra era ampiamente incompleta, a Udine c’erano tanti esordienti. Queste due settimane di sosta serviranno tantissimo a Zanetti per iniziare a far quadrare i conti. Venezia squadra rinnovatissima che ha avuto anche la sfortuna di incrociare nelle prime due partite Napoli e Udinese, due tra le squadre che hanno cambiato meno, quindi più rodate nella conoscenza tra i vari giocatori».

Empoli e Spezia all’orizzonte.

«Ecco, queste sono due gare che il Venezia non deve assolutamente fallire, sono due potenziali avversarie nella lotta per non retrocedere, devono arrivare punti».

C’è un nuovo Recoba in Serie A?

«No, Alvaro non solo aveva caratteristiche peculiari, ma in campo faceva quello che voleva, andava dove capiva di poter far più male agli avversari. Novellino aveva provato a “incatenarlo” negli schemi, poi si rese conto che era meglio lasciarlo libero e anche noi in campo gli dicevamo di fare quello che si sentiva. Direi che il giocatore che più si avvicina a Recoba è Dybala, non quello del’anno scorso comunque».

Johnsen sulle tracce di Valtolina?

«Per essere veloce, lo è, deve fare esperienza, è un campionato completamente nuovo per lui».

Come valutare il mercato del Venezia?

«Caldara unico innesto italiano, poi solo stranieri. Visto da fuori, fa meditare, ma, e lo ripeto, il calcio è cambiato rispetto a 20 anni fa, poi non solo dentro alla società, quindi non conosco nei dettagli il quadro complessivo delle scelte».

Zanetti più vicino a Novellino, Spalletti o Prandelli?

«Stiamo parlando di epoche diverse, credo che Paolo abbia una sua identità ben precisa. Come temperamento direi a Walter, ci trasmetteva una carica pazzesca, non smetteva mai. Spalletti arrivava da una stagione negativa alla Samp, Cesare portò esperienza, carisma, l’anno della Serie B fu entusiasmante, poi Zamparini ebbe fretta di esonerarlo dopo 5 sconfitte in A. Credo che avremmo potuto lottare fino alla fine con Prandelli, invece il presidente preferì affidarsi all’esordiente Iachini».

Come mai non Valtolina non scese a Palermo con Zamparini?

«Non me lo chiese mai, per me fu una sorpresa l’acquisto del Palermo, ero convinto che avrebbe preso il Genoa. Verso la fine mi propose di rinnovare il contratto, gli domandai che intenzioni avesse per il futuro, rimase sul vago e non se ne fece niente, da quel momento fecero altre scelte».

Il Venezia si salverà?

«Me lo auguro dal più profondo del cuore, ho ancora tanti amici in laguna, seguo sempre il cammino delle squadre dove ho giocato. Devono stare tranquilli, la stagione è appena iniziata, i primi risultati negativi non devono pesare a livello psicologico. Anche noi partimmo malissimo con Novellino, ma facemmo muro, resistemmo e poi nel girone di ritorno iniziammo a volare». Anche grazie all’arrivo di Recoba. —

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