«Il mio cuore batte forte sempre per il Venezia ma all’Entella auguro di restare in Serie B»

Parla Nello Scarpa, che ha giocato con entrambe le squadre. Abita a Chiavari: «Voglio sapere subito il risultato degli arancioneroverdi»  

il doppio ex

Dieci anni con la maglia del Venezia, quattro con quella dell’Entella, e chi meglio di Nello Scarpa può parlare di questa sfida sulla rotta Veneto-Liguria? Originario di Malamocco, frazione del Lido di Venezia tanto cara a Hugo Pratt e altri artisti, Scarpa è un classe 1947, centrocampista dal piede sensibile, tecnico, un regista di quelli di una volta che in neroverde ha indossato anche la fascia da capitano. La sua carriera in laguna si è svolta tra il 1968 e il 1980, con intermezzi a Padova, Lucca, Avellino e Reggio Calabria. Dopo la stagione ad Asti ecco la possibilità di spostarsi a Chiavari, maglia biancoazzurra, per finire la carriera. Ed ecco che dalla riviera ligure Scarpa si racconta e guarda a questa partita. Già rinviata alla quinta giornata causa Covid, la sfida tra Entella e Venezia è in programma domani, sfruttando il riposo del campionato di Serie B.

«È una partita che sento, indubbiamente, una sorta di derby per me» , ammette Nello Scarpa, che ha fatto di Chiavari la sua residenza da anni, «Per quel poco che ho potuto vedere in questa stagione, visto che gli stadi non sono molto frequentabili, l’Entella ha di sicuro grossi problemi in attacco, e la dimostrazione sono i quattro punti frutto di soli pareggi. Per il resto, è una squadra che secondo me rischia parecchio se resta così, forse servirebbero rinforzi. Il Venezia? Non è male, ho visto in televisione qualche spezzone di partita, ha 10 punti e una gara in meno. Se dovesse vincere il recupero si metterebbe molto bene in classifica. Non conosco le ambizioni del club, ma mio fratello Vanni, che va al Penzo da 60 anni, mi dice che hanno indovinato qualche acquisto, è tutta un’altra squadra rispetto allo scorso anno».

Al cuor non si comanda, e se a Chiavari è rimasto per amore sposando la sua compagna conosciuta quando giocava nell’Entella, il tifo rimane sempre in favore del Venezia. «Farei i salti mortali se tornassero in A, ma c’è il solito problema stadio», confessa Scarpa, «Il primo risultato che guardo è sempre quello del Venezia, e del resto ci sono rimasto dieci anni, sono di Malamocco. Tutto questo, qualcosa conta. Poi, certo, mi fa piacere che pure l’Entella faccia risultato, e mi auguro che in B ci rimanga».

A Venezia Nello Scarpa ci torna spesso. L’ultima volta poco più di un mese fa, mentre al Penzo dal 2005, il famoso Venezia-Genoa di B, la partitae della famosa valigetta e degli illeciti. «Con Chiavari ho comunque un rapporto molto intenso» , aggiunge, «è una splendida cittadina. Amo il mare, e guai se me lo togliessero. Ho solo cambiato sponda. Qui ho conosciuto la mia compagna e sono rimasto. Degli anni al Venezia da calciatore ricordo quando nel 1972-73 per un soffio non siamo andati in B, tra il pareggio di Solbiate e la sconfitta interna con l’Alessandria, ma anche moltissimi amici, sfide e vittorie. All’Entella ci arrivai invece dopo la stagione ad Asti. Cercavano un regista, e da quello che poteva essere solo un finale di carriera, è nata una storia molto bella e sono ancora qui. In questi anni sono sempre rimasto tifoso del Venezia, certo, passare dai Bigatton ai Korablin e Tacopina non era immaginabile. Ma il calcio di oggi è globalizzato, ci si deve abituare. Il Covid? Forse bisognerebbe fermare anche il calcio, ma è una grande industria e non è facile prendere certe decisioni». —

Simone Bianchi

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