I Vigili del fuoco secondi al mondiale

Rugby. La nazionale dei pompieri battuta solo in finale dalla Nuova Zelanda dopo aver steso la Francia in semifinale

MIRANO. Arrivare secondi a un Mondiale, battuti solo dalla Nuova Zelanda dopo avere demolito in semifinale la Francia. Un'ipotesi di questo genere farebbe fare salti di gioia a molti giocatori della Nazionale di rugby maggiore, quella guidata da Jacques Brunel. C'è chi, invece, dopo avere centrato un risultato del genere si dice soddisfatto ma solo «al 95 per cento».

L'incontenabile è Marco Lunanova, giocatore del Mirano e Vigile del Fuoco, che con la Nazionale pompieri ha ottenuto il secondo posto ai Mondiali di categoria a Fairfax (Usa). «Siamo arrivati alla finale stanchi ma convinti di poter portare a casa l'oro», racconta Marco, che era anche capitano della rappresentativa italiana negli States, «invece sappiamo tutti come è andata a finire, la Nuova Zelanda si è imposta 35-7. La soddisfazione, però, resta lo stesso, considerando anche che ci siamo lasciati alle spalle la Francia, alla quale tra l'altro in semifinale non abbiamo fatto vedere palla».

Annichilire i francesi non è impresa di tutti i giorni. Figurarsi poi rispondere a muso duro alla haka neozelandese, davanti alla quale qualche anno fa la Nazionale maggiore decise di voltare le spalle per non farsi intimorire.

«Non è la prima volta che ci trovavamo prima di giocare una finale mondiale ad affrontare la haka», racconta Marco, «ci era già successo due edizioni fa. Abbiamo deciso tutti insieme di affrontarla a viso aperto, avanzando tutti compatti verso i nostri avversari mentre stavano eseguendo la haka più classica, il kamate. È stato un bel momento». Detto che sono poche le squadre riescono ad accettare la sfida dell'haka, Fairfax è stata anche un'occasione di vivere un'esperienza al di là del semplice evento sportivo. «C'era un'atmosfera eccezionale», spiega Lunanova, «dovete considerare che negli Stati Uniti, dopo l'11 settembre, per i pompieri ci sono una considerazione e un rispetto massimo. Se devo valutare gli aspetti organizzativi, però, qualcosa si poteva fare meglio. Ad esempio, i due gironi preliminari non erano composti in modo razionale, nel nostro ad esempio le squadre forti erano molte, nell'altro c'erano rappresentative oggettivamente più deboli. Festeggiare negli States? Abbastanza costoso, una birra costa 8 dollari, poco più di 7 euro...». Pinte a parte, il sogno ora è riprovare a portare a casa l'oro. «Stiamo già lavorando per l'edizione del 2017 a Montreal in Canada», conclude Lunanova, «la voglia di vincere il Mondiale è sempre grande».

Maurizio Toso

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