«Grazie ragazzi» e trionfo per SuperPippo

MESTRE. Finisce con il coro “Inzaghi paga da bere”. Se poi il tecnico del Venezia abbia davvero sborsato di tasca propria non lo sappiamo, di certo è uscito dai cancelli del Taliercio per ricevere l’abbraccio dei tifosi con gli immancabili selfie e autografi. Erano in tanti ieri al campo d’allenamento - almeno quattrocento - per salutare, festeggiare e, perché no, brindare al fresco ritorno in Serie B nella festa organizzata dalla Curva Sud. Cori, striscioni, bandiere, panini e birre per mettere in sigillo in questa stagione già di per sé da ricordare per la promozione ma che potrebbe divenire trionfale se mercoledì si portasse a casa anche la Coppa Italia. Sul campo principale hanno sfilato i giocatori, i dirigenti e lo staff tecnico, sottolineati dagli immancabili “olè”. Applausometro alle stelle per il direttore sportivo Giorgio Perinetti, per altro assente ma sempre ringraziato da chi ha preso la parola, e poi Paolo Poggi, Mattia Collauto, i rappresentanti della società, con in testa il direttore generale Dante Scibilia e il presidente Joe Tacopina, in America per lavoro ma al Penzo la prossima settimana per il ritorno con i lucani.
Pippo Inzaghi è entrato per ultimo ma è stato sommerso dalle urla più assordanti. «Siate orgogliosi di questi ragazzi» dice ringraziando i tifosi per il supporto a Venezia e in trasferta «e venite mercoledì con il Matera». Tripudio per i giocatori, come Evans Soligo, non solo nelle vesti di capitano ma anche per la sua provenienza, Marghera, e il terzo portiere Nicola Sambo, veneziano anch’egli, che si è visto dedicare lo striscione “Nostro orgoglio”. Per loro, l’occasione per parlare ai tifosi in dialetto. «Bea fioi» ha esordito il centrocampista riprendendo lo slogan della promozione, mentre Sambo si è augurato di rimanere in arancioneroverde per tanti anni.
Immancabili gli sfottò al Padova: “Chi non salta è un padovano” e “Tanto già lo so che l’anno prossimo gioco di sabato” hanno riscosso i maggiori consensi. L’anno prossimo, appunto, con i tifosi che iniziano non solo a sognare ma anche a programmare.
«Sono stati bravi tutti» osserva Lorenzo Vio da Spinea «perché si è visto come il gruppo sia unito. Abbiamo una squadra forte come ai tempi di Walter Novellino. Ora serve un attaccante da 15-20 gol». E invocano lo stadio. «Porterebbe futuro e lavoro a tanta gente, oltre che essere utile alla squadra e alla società» fa presente Michele Sartorato della Giudecca. Il tasto dello stadio resta uno dei più cliccati anche stavolta, e la palla passa alle autorità cittadine.
Alessandro Ragazzo
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