Gina Enzo, una vita nel calcio «Io, guardialinee a 76 anni»

Moglie di Silvano Bullado, dirigente del Calcio Lido, è tifosa sfegatata dell’Inter «Ma prima di tutto vengono i miei ragazzi. Per loro sono come una mamma»



Sarà l’aria del mare. O la particolare collocazione tra la Laguna di Venezia e l’Adriatico. Ma l’energia che la signora Gina Enzo, settantaseienne dirigente accompagnatore del Calcio Lido di Venezia è contagiosa. Una brillante segnalinee che nel calcio e per il calcio ha vissuto per molti anni. «È vero ho uno spirito giovanile e adoro il calcio» esordisce Enzo, «soprattutto il mio Calcio Lido. Io tifo Inter ma prima di tutto vengono i miei ragazzi, per i quali sono come una mamma. Gli altri lasciamoli dove sono, ormai prendono troppi soldi».

Una vita legata al calcio dicevamo. «Sono nata a Treporti in una famiglia dove tutti amavano il calcio, io, mio fratello e mio cognato. Poi mi sono spostata al Lido, prima per lavoro e poi per la famiglia. Con mio marito, Silvano Bullado che presta servizio in Federazione a Venezia, ci siamo conosciuti nel 1965 all’Ospedale al Mare del Lido, dove io ho anche giocato con la formazione femminile gestita da Piero Pradel. Nel 1975 abbiamo fondato la Polisportiva Malamocco dove abbiamo avviato il calcio per la nostra comunità partendo dalla Terza Categoria sino alla Prima. Poi quando questa avventura ha visto la sua fine siamo passati al Calcio Lido di Venezia nel 1999».

E dentro il sodalizio sportivo lidense la signora Gina è una factotum. «Come ho sempre fatto. Sono stata in panchina come dirigente accompagnatore delle prime squadre ma anche del settore giovanile, lavo le magliette, faccio le pulizie, e all’occorrenza da tre anni, faccio anche il segnalinee».

E quante persone vede sorprendersi quando lei si schiera con la bandierina? «Lo so che sono forse l’unica donna segnalinee di tutta la provincia, ma nessuno si è mai stupito, perché sono sempre abituati a vedermi fare un po' tutto. I ragazzi in campo sono i miei primi sostenitori. E poi cosa avrebbero da obiettare? Io sono tranquillissima, vado in campo, faccio il mio. Basta rispettare i propri incarichi ed essere imparziali e inflessibili. Ho imparato da mio marito che per tanti anni ha fatto il segnalinee e come lui non parteggio mai per nessuno. Ti è chiesto di segnalare solo quando la palla esce dal campo, niente di più. Il gioco di oggi è molto veloce, ma si riesce a seguirlo. Vado con la squadra anche in trasferta e non ho trovato nessuno che mi abbia detto mai nulla. Tranne quando sono in tribuna, ecco li forse mi faccio trasportare dal tifo».

Perché la signora Gina in tutto quello che fa ci mette sempre passione. «Sempre avanti, come domenica prossima quando comincerò alle 7 del mattino ad aprire il terreno di gioco. Breve pausa pranzo in attesa della prima squadra che gioca in casa, pulizie, maglie e, se serve, scendo in campo». —



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