Fede riparte: «Il lavoro non è finito»

Niente pause, subito in acqua. Il dono di un ammiratore: 400 rose bianche
Federica Pellegrini
Federica Pellegrini
ROMA.
La prima sera da regina l’ha vissuta all’Acquacetosa, nel ritiro azzurro «blindato». Cena normalissima, in compagnia del suo Luca e delle compagne della Nazionale (ovazione generale), e quattro chiacchiere con Alberto Castagnetti, che veglia su di lei come un secondo padre. «Che emozione aver saputo che è andato in crisi e ha pianto. Ho fatto una gara come piace a lui, che è un allenatore eccezionale. Siamo cresciuti insieme, oggi è più umano e io più grande». Dormito bene? «Come un sasso». E la puntualizzazione di Fede è importante: significa che è passato davvero tutto in una notte, febbre, stanchezza, adrenalina. Mentre papà Roberto, mamma Cinzia e il fratello Alessandro, con gli zii, festeggiavano al ristorante la medaglia d’oro e lo storico record del mondo sotto i 4’ dei 400 stile libero, la fuoriclasse del nuoto italiano rientrava nella sua «normalità», passaggio obbligato, ma necessario, verso l’approdo alle batterie, con successive semifinali, dei 200 sl di oggi (la finale è domani).


Federica Pellegrini non è un robot, come sostiene giustamente il padre, ma una «macchina da guerra» sì. Ieri, alle 15.40, si è ripresentata nella piscina dell’impresa per una tranquilla seduta di allenamento: una quarantina di minuti in tutto, provando pure un 25 a farfalla e un altro 25 a dorso. I genitori erano lì. Due chiacchiere, una carezza e un buffetto sulla guancia da parte della mamma, e più tardi ha ricevuto a distanza i complimenti di Francesco Totti per l’oro. «E’ una grande atleta, l’ho ringraziata per quanto sta facendo per l’Italia» le parole del romanista.

«Devo tornare con i piedi per terra, il lavoro non è finito. Adesso va rimosso il pensiero di lunedì. Ci sarà tempo per festeggiare, a Mondiale finito». Frasi in libertà, a riflettori spenti, dettate prima di lasciare il Foro Italico. Sono la sua gara, i 200, quella che le ha regalato un oro olimpico e un primato del mondo (1’54”47). «Favorita? Sì, certo, però bisogna farli, e le avversarie vanno rispettate» rileva Castagnetti. Ma pure lui ammette: «Ha superato l’impasse, sarà molto più tranquilla. Non sbaglia mai su questa distanza». A proposito: il Ct vorrebbe vederla in azione anche nelle staffette e negli 800 sl.


Intanto, l’accoppiata oro-record storico è valsa un bel po’ di sorprese: il messaggino telefonico di Fiorello («Congratulations»), e ben 400 rose bianche inviatele in camera da un ignoto ammiratore. Fiori sono arrivati poi da ogni parte del Paese. Ma l’effetto-choc c’è stato domenica, quando, scesa nel sottoscala della piscina subito dopo la finale, Fede si è trovata davanti Laure Manaudou, la rivale del passato, qui per seguire il fidanzato Bousquet: «Complimenti!» ha esclamato la francese. Lei, stupita, ha incassato con un sorriso imbarazzato.

Che altro gira ancora intorno alla nostra campionessa, in una vigilia decisamente molto più rilassata rispetto a quella di 48 ore prima? «Sono in ritardo con il libro, lo so» ha confessato ieri, al risveglio. Parlava con chi deve aiutarla a completare un diario autobiografico, il cui titolo non è ancora stato deciso, ma a cui la Pellegrini ha lavorato in questi mesi, fra allenamenti e gare, e dove racconterà sè stessa, «aprendo quelle 2-3 porte che nessuno, a parte chi mi conosce bene, è riuscito a violare». Sarà pronto entro fine estate. Per il dopo-Mondiale è già tutto deciso: compleanno, il 5 agosto, a Capri, ovviamente con Marin, poi in vacanza nel Sud Italia, ma senza una meta precisa. Quindi, a metà settembre, la fuga in America, dove si allenerà e studierà inglese per 4 mesi. Una volta tornata a Spinea, il trasferimento ormai certo a Roma, nel suo circolo, l’Aniene. Addio a Verona, dunque, ma non a Castagnetti, che la seguirà dal Veneto nella Città eterna.

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