Fede & Ale, le regine
Pellegrini record in semifinale dei 200. Alessandro Terrin nei 50 rana fa il record italiano ma resta fuori dalla finale. Il trevigiano Federico Colbertaldo realizza il primato europeo e oggi tenterà l’impresa nel clou degli 800 sl

ROMA
. Grandi donne d’Italia. Alessia e Federica, due regine. Divise, all’anagrafe, da un anno e 43 giorni (22 anni la romana, 21 la veneziana il prossimo 5 agosto), accomunate dallo stesso Dna: il marchio di fabbrica di una nazione che vince ed è una potenza consacrata ormai del nuoto. Sempre e comunque al femminile. Filippi e Pellegrini, Pellegrini e Filippi: i maschi azzurri osservano, meravigliati e forse un po’ invidiosi. Alessia si mette al collo una medaglia d’oro storica nei 1500 sl, con tanto di primato europeo, addirittura regalandoci l’illusione di un tempone (chiude a 15’44”93, a 2”49 dal mondiale dell’americana Kate Ziegler), Fede sfida sè stessa per l’ennesima volta e nella prima semifinale dei 200 sl va sotto l’1’54”, fermando il cronometro a 1’53”67 e abbassando il suo precedente limite di 80 centesimi (1’54”47 di Riccione, 8 marzo scorso).
E’ il suo nono record mondiale in carriera, il secondo di un’esaltante e sin qui magica Roma 2009. Oggi pomeriggio si presenta ai blocchi come la grande favorita della finale: le manca proprio l’alloro iridato sulla distanza che ama di più, e di cui è già campionessa olimpica. L’ultimo vuoto da colmare prima dell’apoteosi. Ma qui la festa esplode, giustamente, per Alessia. «Punto all’oro» aveva detto alla vigilia, quarta come tempo complessivo nel lotto delle finaliste. Sicura di sè, tranquilla, determinata come non mai. E’ di parola. Nella «sua» Roma - vive nel quartiere Tor Bella Monaca - scrive la pagina sognata a lungo, entrando nella storia. Lascia sfogare le avversarie nei primi 400 metri, galleggiando fra la quarta e la terza posizione, poi ai 700 innesta una prima volta la gambata, salendo al secondo posto, alle spalle della danese Lotte Friis, l’unica in grado realmente di contrastarla, e ai 1000 va via alla sua maniera, con una progressione meravigliosa. Ad un certo punto, fra i 1300 e i 1400, scende sotto il record del mondo, ma le energie vanno centellinate sino all’ultimo metro, come poi fa. «Alessia te amo», «Il cielo è azzurro sopra Roma», «Ho la pelle d’oca»: questi alcuni degli striscioni issati dai suoi tifosi, ebbri di felicità. Lei s’inchina, porta le mani alle orecchie per sentire il boato della gente, poi bacia Paolo Barelli, il presidente della Federazione, che l’ha voluta fortissimamente nell’Aurelia Nuoto. E corre incontro alla gloria.
Che spettacolo, la coppia delle nostre dee dell’acqua. Se è vero, come ha rilevato Daniele Popolizio, lo psicologo che lavora con le azzurre, che «Federica e Alessia sono come Baggio e Del Piero nella Juve, o come Totti e Cassano quand’erano insieme nella Roma», ne vedremo ancora delle belle. A cominciare dalla staffetta 4x200 sl di domani. E poi gli 800, la gara della romana, dove Federica potrebbe scendere in acqua, se il Ct Alberto Castagnetti riuscirà a convincerla che può fare un ulteriore sforzo.
Filippi e Pellegrini, con le loro imprese, creano un effetto-domino sulla squadra azzurra: perchè c’è un altro protagonista di giornata, Federico Colbertaldo. Il trevigiano stupisce con il record europeo negli 800 sl. Approda alla finale (oggi) con il terzo crono, il quinto di sempre nella storia della specialità: 7’44”29. Cancellato il 7’46”64 del russo Yuriy Prilukov, stabilito a Montreal nel 2005. Davanti a lui ci sono il tunisino Mellouli e il canadese Cochrane. Incrociamo le dita. Sfuma, invece, dopo l’illusione creata dal nuovo limite nazionale (27”20), la finale dei 50 rana per il veneziano Alessandro Terrin, primo degli esclusi (27”30, sesto in semifinale). Pippo Magnini era già finito out al mattino, nuotando 27”59. Ma il marchigiano è liberista, l’amarcord è servito davvero a poco.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video