Europei, aria di derby in casa Borella

Scherma. Andrea, tecnico dell’Olanda, può incrociare l’Italia, che schiera la figlia Claudia, allenata dalla moglie Francesca

Nella vita di tutti i giorni il campionissimo della scherma Andrea Borella allena la figlia Claudia alla Comini Padova. Una promessa del fioretto femminile, già medagliata a livello internazionale. La prossima settimana a Maribor, dove sono in corso i Campionati Europei giovanili, potrebbe trovarsela però in pedana da avversaria, e oltretutto allenata dalla moglie Francesca Bortolozzi. Una storia di fioretto, ma soprattutto di famiglia in casa Borella. Perché lo sport spesso sa creare situazioni imprevedibili e al tempo stesso uniche, e questa non fa eccezione. Andrea Borella in questi giorni è in Slovenia come head coach della nazionale olandese di fioretto, mentre la moglie è nello staff tecnico di Andrea Cipressa, commissario tecnico azzurro che, di Borella, ha convocato la figlia Claudia per le prove di fioretto nella categoria giovani (under 20). Intrecci familiari, si diceva, ma quando gli si chiede di immaginarsi la scena, l’olimpionico sorride di gusto e allarga le braccia: «Mai sarò in pedana da avversario di mia figlia» avverte con tono sicuro, «dovesse davvero succedere che una mia atleta incroci Claudia, allora andrò a sedermi in tribuna. Ho già avvisato i colleghi dello staff tecnico olandese che, in caso di assalto con qualche mio connazionale mi sarei fatto da parte, lasciando ai miei collaboratori la conduzione a bordo pedana. Ma con mia figlia mi sposterei ancora più in là».

Alla Comini le lezioni sono pane quotidiano, e ritrovarsi “nemici” in famiglia in una rassegna continentale sarebbe sicuramente un aspetto singolarissimo, figuriamoci se poi dall’altra parte ci fosse pure la moglie. «Lo so, ero e sono consapevole che questo può accadere nei prossimi giorni, così come a Tashkent quando ci saranno i Mondiali in Uzbekistan. Ma se così fosse, sarei di fronte a un duello tutto da vivere, di sicuro con una emozione particolare. Il massimo sarebbe che mia figlia si giocasse la medaglia d’oro contro una fiorettista olandese. Sarebbe qualcosa di incredibile per me e per mia moglie Francesca».

In attesa che qualche strana congiunzione astrale o tecnica possa riuscire a creare i presupposti affinché ciò accada davvero, Andrea Borella si gode il primo grande risultato sulla “panchina”’ olandese. Nella prova cadetti di fioretto maschile, infatti, uno dei ragazzi che sta contribuendo a far crescere nelle sale schermistiche dei Paesi Bassi, è riuscito a vincere la medaglia di bronzo. Parliamo di Job De Ruiter, che ha perso martedì a Maribor la semifinale contro il russo Nikita Vetrov, poi argento nella finale vinta dal nostro Alvise Dal Santo. «E’ un risultato storico per l’Olanda della scherma, perché da moltissimi anni non accadeva che un giovane andasse a medaglia»sottolinea Borella, «segno che stiamo lavorando bene, portando anche in questo Paese gli insegnamenti di Livio Di Rosa, padre dei grandi successi del Circolo Scherma Mestre. Una bella soddisfazione, in un movimento che ha creduto in me come tecnico, e dove stiamo cercando di ricostruire tutto visto che non c’è una squadra per la Coppa del Mondo assoluta, ma solo giovani da plasmare e far crescere. Sono poi contento per Jeroem Divendal, maestro di De Ruiter, colui che mi ha voluto in Olanda. Un ex avversario in pedana che ha sposato una veneziana e che ha sempre ammirato il movimento schermistico mestrino. A lui devo il fatto di vestire ora la tuta arancione. Poi» auspica Borella, «spero che questa medaglia di bronzo apra le porte a investimenti futuri sulla scherma anche in Olanda. Questi atleti si pagano tutto, trasferte comprese, perché la loro federazione prima vuole i risultati e poi interviene a supporto. Allenare all’estero? E’ faticoso per la lingua, la cultura e le abitudini anche di allenamento. In tanti abbiamo lasciato l’Italia per insegnare altrove, e sinceramente spero che un giorno non sia l’Italia a pescare all’estero dei tecnici per garantire l’insegnamento a casa nostra».

Simone Bianchi

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