E i supporter granata vincono la sfida del tifo

Striscioni, sciarpe e sfottò al Palaverde tra i panterini e gli elefantini trevigiani «La differenza è già nel nome, noi siamo la storia del basket, loro solo la moda»

VILLORBA

La sfida tra le due curve, gli elefantini trevigiani de “i fioi dea sud” e i panterini granata della Nord viene vinta alla fine dai tifosi veneziani. Da quelli che insomma, non solo vanno a tifare la loro squadra in trasferta anche quando in teoria dovrebbero essere sugli spalti di casa, ma che, con un tifo assordante e senza tanti giri di parole nei cori contro gli avversari di sempre, hanno fatto sentire chi ospitava, almeno per una volta, come ospite e ancora una volta trasformando il palazzetto in Palaverde granata.

La Nord regge l’urto non solo della Sud, ma anche delle due tribune, per la maggior parte colorate di biancoverde. I granata sentono in maniera indescrivibile la partita sugli spalti riempiendo il loro settore già un’ora prima della palla a due e non smettendo neanche un secondo di cantare per la Reyer.

Il primo striscione in tema “noi altri semo oro, il radicio xe granata” sconvolge perfino le tradizioni della buone forchette, in quanto i tifosi reyerini ricordano ai trevigiani oltre alla loro identificazione con l’oro, anche il radicchio è cosa loro. Nel corso della presentazione della Benetton, ecco magicamente spuntare lo striscione della domenica sera “padroni di casa vostra” che nel rumore e nel colore non fa una piega. Ogni tifoso della Nord ha una bandierina color granata da sbandierare e tutti, ma proprio tutti hanno una sciarpa da mostrare orgogliosamente, mentre dietro all’altro canestro a parte lo striscione “i fioi dea sud” con i due elefantini ai bordi e la scritta “diffidati presenti” ci sono solo un paio di bandiere a scacchi bianco e verdi in un settore stracolmo di supporters che però nella seconda parte del match hanno un sussulto d’orgoglio rispondendo con due striscioni: “grazie per l’affitto” e ripescati senza dimora”. Della serie lo spettacolo, se c’è sugli spalti e soprattutto merito dei panthers e soci. Non si sprecano di certo le dita medie che volano tra tribune e curva, ma anche questo fa parte del gioco, come anche il coro veneziano “alta marea portaci via da questa città” dai mille e passa significati e quello “non si capisce come c… parlate”.

«Spiegare la rivalità tra le due tifoserie in poche parole - riconosce Federico dalla Giudecca in curva a torso nudo e con il berretto di Babbo Natale sul capo - sarebbe riduttivo. Per far capire quanto noi ci teniamo a questo derby dico solo che molti di noi Panthers c’erano alle piscine nel 1980 a guardare Carrera Venezia e Liberty Treviso e i tifosi trevigiani se la ricordano ancora bene quella serata. Noi abbiamo sempre riempito il palasport anche quando giocavano nella Reyer, Moffa e quattro sconosciuti, qui era facile per quelli della Benetton fare cinquemila persone quando giocavano Toni Kukoc e Vinny del Negro».

Alberto del Centro Storico ironizza sul nome. «Loro sono moda - dice - noi siamo la storia. Sono tifosi da salotto, si sono un po’ addormentati sugli allori un po’ come noi dopo la Reyer di Dalipagic. Però noi siamo rinati con più fame di prima, mentre Treviso si è abituata troppo bene».

Thomas Maschietto

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